domenica 21 agosto 2011

Scopo del blog e suo significato

In questo mio blog, che cercherò di mantenere aggiornato il più possibile con profili e approfondimenti, ho intenzione di raccogliere alcuni dei miei articoli di critica già pubblicati, ordinati in ordine cronologico e scelti in base a un loro riferimento con temi e personaggi dello spettacolo (e più propriamente di teatro, cinema e televisione). Sono comparsi sulla pagina culturale del quotidiano “La Sicilia” (curata dal Dott. Salvatore Scalia), sulle “Recensioni” e sulle “News” del portale elettronico di libri e cultura “zam.it” (curato dal Dott. Vincenzo Ciccone) e sul Magazine di recensioni film, dvd, cinema, tv e teatro “Persinsala.it” (fondatore e presidente il dott. Daniele Rizzo).

E Scalia, Ciccone e Rizzo ringrazio, per aver favorito quella che considero la svolta più importante della mia vita! Sono, infatti, un medico universitario ma ho fatto studi classici (e ho quindi una certa formazione umanistica). Dopo un’infelice malattia, ho iniziato a scrivere il mio primo libro Cani Scritti (Mursia, Milano, 2007) che considero il libro della Rinascita, l’aurora della mia nuova esistenza, e che mi ha consentito di superare brillantemente l’an­goscia di molti giorni bui. Per dirla con Pontiggia, mi sento «Nata due volte».

E poiché, come ha scritto Orhan Pamuk – lo scrittore insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 2006 – in una intervista rilasciata a “La Repubblica” (13/10/ 2008), la letteratura è «uno dei tesori più preziosi e meravigliosi della vita», alla letteratura mi sono sempre rivolta per ispirarmi nei miei articoli, considerandola la fonte di tutto ciò che di bello è stato fatto, e viene fatto, nel mondo della cultura e dello spettacolo. Senza dimenticare che, spesso, un film o una serie televisiva hanno richiamato alla memoria e fatto rivivere alcuni grandi autori dimenticati!

Spero con i miei articoli di condividere impressioni e scambiare esperienze, ma soprattutto di risuscitare l’interesse per quei tanti importanti libri e autori classici che hanno nutrito l’infanzia e l’adolescenza dei ragazzi della mia generazione (sono nata nel 1948) e che, forti del loro ruolo di antesignani o apripista, hanno ispirato tanti geni del teatro, del cinema e della televisione.

Il tutto però con modestia e umiltà, da lettrice e spettatrice entusiasta che parla ad altri lettori e spettatori, in quanto non sono e non mi sento una critica di professione. Credo, d’altra parte, che la mancanza di una certa sovrastruttura culturale sia utile per evitare gli eccessi del critico ufficiale (che spesso liquida impietosamente tutto ciò che non gli piace) e per esprimere dei giudizi più indipendenti, entrando nel cuore delle sensazioni.

I miei articoli si connotano per il piacere di raccontare vicende esistenziali e vissuti psicologici dei grandi protagonisti del mondo della cultura e dello spettacolo, protagonisti che amo e dei quali tento di mettere in risalto anche il retroterra familiare e gli aspetti contestuali.

Da sempre convinta che esiste un’oggettività della bellezza di un testo o di un film e una og­gettività della grandezza degli autori senza tempo che prescinde da qualsiasi valutazione individuale, ho sentito molto forte il desiderio di trasformare quello che avrebbe potuto essere un divertimento solitario in un’amichevole comunicazione di sentimenti.

Ho tentato di affrontare in maniera lieve e semplice degli argomenti difficili, senza abbandonare quello sguardo lucido di medico e ricercatore scientifico al quale sono abituata. Sono convinta, d'altronde, che tra la ricerca scientifica e la critica esistano molti punti in comune: entrambe cercano di riportare alla superficie delle verità nascoste.

Accanto alle foto di quei tanti protagonisti dello spettacolo che sono molto noti a tutti, ho intenzione d’inserire le immagini degli interpreti e degli autori meno conosciuti per renderne familiari visi ed espressioni, accontentando così la curiosità di quei lettori che spesso vorrebbero conoscere aspetto e lineamenti degli autori e sceneggiatori di cui amano le parole. Sono convinta, tra l’altro, che i volti degli uomini hanno un loro nascosto linguaggio che parla a noi d’il­lusioni perdute, di solitudine sofferte e di bufere esistenziali. Grazie alle loro istantanee, i nostri amati protagonisti cessano di essere ignoti e lontani personaggi per divenire gli uomini e le donne che ci guidano sulla via dei sogni impossibili con la vita segnata sui loro visi e con i tormenti impressi nelle loro anime.

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