venerdì 26 agosto 2011

Il dramma di una brava persona – John Galsworthy autore della Saga dei Forsyte


John Galsworthy


Lo scrittore inglese John Galsworthy nacque il 14 agosto del 1867 nel Surrey da antica famiglia terriera.

Indirizzato agli studi di legge dal padre (ricco avvocato), durante un viaggio conobbe Joseph Conrad che gli divenne amico, convincendolo a dedicarsi alla scrittura.

Per anni scrisse pubblicando a proprie spese sotto pseudonimo e, come disse, non riuscì a guadagnare neanche un penny con la sua professione. Divenuto indipendente con la morte del padre (1904), riprese il suo cognome e diede inizio a La Saga dei Forsyte, un ciclo di cinque romanzi (1906–1921) dedicato alla storia di tre generazioni di una rispettabile famiglia di stampo vittoriano che, raggiunta la ricchezza con gli affari, proteggeva benessere e privilegi con tenace senso di clan e gelosa precauzione.

La serie, alternativa inglese a I Buddenbrooks di Thomas Mann, definita «roman–fleuve – romanzo–fiume» da Romain Rolland, nel solco della tradizione letteraria di Turgenev e Tolstoy si occupa con acume satirico dell’antipatico avvocato Soames Forsyte che – sposata quasi per forza la bella e ribelle Irene – la tratta come mero oggetto di proprietà; la donna, innamoratasi dell’architetto Philippe (fidanzato della nipote: quale scandalo!), lo abbandona per vivere con l’amato che muore prematuramente. Il personaggio di Soames, pur negativo, suscitò l’au­tentica simpatia dei lettori. In seguito Irene sposa un altro Forsyte, l’anticonformista pittore Jolyon; Jon (figlio d’Irene e Jolyon) e Fleur (figlia di Soames e Annette) s’innamorano ma debbono rinunciare al matrimonio per gli inconciliabili rancori familiari.

La storia di Soames e Irene nascondeva la vera storia di John che, innamorato di Ada Pearson (la moglie di un cugino), aveva vissuto di nascosto con lei per dieci anni, sposandola solo dopo la morte del padre ostile alla relazione: un biografo dello scrittore scrisse però che Ada era un’a­troce ipocondriaca che aveva avvelenato la vita di quel che era una «brava persona». Infatti, durante la I guerra mondiale, in Francia John si prodigò con la Croce Rossa per i rifugiati, ospitando poi in patria i soldati feriti e disabili. Scrisse anche articoli sulla guerra e cercò di non incoraggiare l’odio contro il nemico.

Una commedia moderna, che includeva tre romanzi ambientati in periodo post–bellico, continuò la Saga.

Galsworthy fu anche un ottimo drammaturgo che amò trattare temi etici e col suo stile semplice e diretto seppe rappresentare bene lo «sbalorditivo popolo inglese», immutabile nonostante tutti i cambiamenti sociali.

Dopo la sua morte avvenuta nel 1933 per un tumore cerebrale, fu quasi dimenticato nonostante il Nobel ricevuto nel 1932 (Virginia Woolf e la sua cerchia lo attaccarono, considerandolo la piena incarnazione di ciò che aveva creduto di combattere).

Dopo la serie televisiva inglese della BBC sulla Saga (1967), l’interesse per lui ha ripreso nuovo vigore; ma resta da non dimenticare il bel film di C. Bennet (1949) con Errol Flynn e Greer Garson, che ha affascinato mamme e nonne della mia generazione! (“La Sicilia” 9/8/2007)

P.S. La saga dei Forsyte – che presenta un quadro rappresentativo della società vittoriana nel suo declino sino all'inevitabile ultimo epilogo sotto la pressione del nuovo emergente – era adatto a divenire un film. Nel 1949 Compton Bennet ne diresse una ottima versione cinematografica con due miti del tempo, Errol Flynn e Greer Garson. Errol Flinn fu un indimenticabile Soames Forsyte; con la sua innata eleganza, seppe dare rango e spessore a questo influente membro di una ricca e antica famiglia inglese – che conta quasi cinquanta personaggi, le cui storie s'intrecciano nella trama del romanzo, –  riuscendo a incarnare con dignità tutti i valori di quella classe dominante di cui Soames era uno dei più degni rappresentanti. Individualista, intraprendente, orgoglioso, dotato di forte senso di proprietà, si sente così consapevole del potere del denaro da essere convinto di poter comprare la moglie Irene, una belle e povera pianista. Greer Garson fu una Irene sensibile e anticonvenzionale: ben presto si accorgerà delle catene che la tengono stretta e tenterà di fuggire da un mondo che le ostile e dall'arido marito cercando l'amore nel moderno architetto Bosinney al quale Soames ha commissionato la costruzione della sua sontuosa villa. L'abbandono della moglie farà quasi impazzire Soames, che nei suoi goffi tentativi di riconquistare la moglie si abbandonerà alla crudeltà e anche alla violenza.

Hanno scritto Laura, Luisa e Morando Morandini ne "il Morandini" (Zanichelli editore): «Tratto dalla prima parte del famoso romanzo (1906-21) di John Galsworthy, è corretto, elegante, impettito ma noioso come una domenica piovosa inglese. La marca del leone della MGM assicura una squadra di attori di tutto rispetto.». Nel film recitavano, infatti, anche Walter Pidgeon (Jolyon Forsyte, il cugino di Soames, pittore anticonformista di cui Irene s'innamora sposandolo), Robert Young (Philip Bosinney) e Janet Leigh (la nipote June Forsyte, innamorata di Philip).










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