mercoledì 4 gennaio 2012

Vincent Price, interprete ideale dei noir di Edgar Allan Poe



Vincent Price

Cento anni addietro il 27 maggio del 1911 nasceva Vincent Price, attore statunitense rimasto mitico per l'aspetto aristocratico e l'eleganza statuaria, per il beffardo sorriso sotto i baffetti ben curati, per i modi raffinati e la dizione perfetta, ma soprattutto per una sorta d'istrionico magnetismo che ne hanno fatto l'interprete indimenticabile di tanti film.

Di ottima famiglia benestante, nacque a St. Louis (Missouri) e frequentò la St. Louis Country Day School; studiò poi "Arte e Belle arti" presso la prestigiosa Yale University ma fu anche a Londra e Oxford (colto e appassionato esperto d'arte, nei primi anni sessanta donò un centinaio di opere d'arte all'East Los Angeles Community College in Monterey Park, California, che oggi sono conservate nella "Vincent Price Art Gallery").

Dal 1935 s'interessò di teatro, iniziando a respirare la polvere del palcoscenico. Il cinema lo vide debuttare nel 1938 con Servizio di lusso (Service de Luxe) di Rowland V. Lee con Constance Bennett; seguirono Il conte di Essex (The Private Lives of Elizabeth and Essex) (1939) di Michael Curtiz con Errol Flynn, Bette Davis e Olivia De Havilland, La grande missione (Brigham Young) (1940) di Henry Hathaway con Linda Darnell e Tyrone Power, La baia di Hudson (Hudson's Bay) (1941) di Irving Pichel con Paul Muni e Gene Tierney, e Bernadette (The Song of Bernadette) (1943) di Henry King con Jennifer Jones. Trionfò poi in Vertigine (Laura) (1944) di Otto Preminger con Gene Tierney e ne Le chiavi del Paradiso (The Keys of the Kingdom) (1944) tratto dal romanzo di Cronin, diretto da John M. Stahl con Gregory Peck.

Attore versatile e prolifico, Price si mosse tra genere drammatico e commedia, tra thriller e noir, tra avventura e horror, spesso prestando il suo freddo sorriso ironico a malvagi protagonisti (partecipò anche a numerosi spettacoli televisivi e a trasmissioni radiofoniche, e scrisse un'autobiografia e alcuni libri di cucina). Mirabili le sue interpretazioni in Femmina folle (Leave Her to Heaven) (1945) di John M. Stahl e ne Il castello di Dragonwyck (Dragonwyck) (1946) di Joseph L. Mankiewicz con Gene Tierney, la sua partner preferita, che ottenne per il primo film una nomination all’Oscar. Indimenticabili i suoi ruoli in Passione che uccide (The Web) (1947) di Michael Gordon con Edmond O'Brien e Corruzione (The Bribe) (1949) di Robert Z. Leonard con Robert Taylor e Ava Gardner.

Negli anni Cinquanta divenne l'interprete preferito dei film horror; ne girò moltissimi ma sono da ricordare: La maschera di cera (House of Wax) (1953), L'esperimento del dottor K (The Fly) (1958) con il suo sequel La vendetta del dottor K (Return of the Fly) (1959), e La casa dei fantasmi (House on Haunted Hill) (1959).

All'inizio degli anni Sessanta riscosse un successo strepitoso con una serie di film diretti da Roger Corman, adattati da racconti dello scrittore americano Edgar Allan Poe (1809–1849), inclusi: I vivi e i morti (The Fall of the House of Usher) (1960), Il pozzo e il pendolo (Pit and the Pendulum) (1961), I racconti del terrore (Tales of Terrore) (1962), Il corvo (The Raven) (1963), La maschera della morte rossa (The Masque of the Red Death) (1964) e La tomba di Ligeia (The Tomb of Ligeia) (1964). In una perfetta ambientazione gotica, tutti questi film hanno saputo ben evocare la follia, le angosciose monomanie, l’ambivalenza dei sentimenti (l’amore che si trasforma in odio profondo), e i temi preferiti del grande scrittore in preda alle «dissennate idee del paese dei sogni»: la Pestilenza con la sua Tenebra e la sua Rovina, i Fantasmi e gli Spettri (che torturano e distruggono suscitando terrore, orrore e disgusto), la Superstizione e i Delitti più efferati compiuti da malvagi "esseri perduti" dominati dalla Perversione, ma soprattutto la Morte (che porta alla dissoluzione fisica e spirituale) e la sua nera Ombra. E i film girati da Price, pur a basso costo e quasi di serie B, facevano avvertire in modo palpabile gli incubi, le esasperazioni, il disturbo mentale, le crisi di panico e i sentimenti paralizzanti provocati da sofferte turbe dell'inconscio.

Nel 1988 fu in Italia nel film Le spie vengono dal semifreddo di Mario Bava con Franco Franchi, Ciccio Ingrassia e Laura Antonelli.

Il regista Tim Burton, che ha amato Vincent Price, nel 1982 ha dedicato al suo idolo un breve cortometraggio intitolato Vincent, nel quale la voce narrante era quella di Vincent Price.

Tra gli ultimi suoi film, sono degni di nota Le balene d'agosto (The Whales of August) (1987) di Lindsay Anderson con Bette Davis, Lillian Gish e Ann Sothern (storia di tre sorelle alla fine della loro esistenza, e anche gli attori erano tutti al loro crepuscolo), presentato fuori concorso al 40º Festival di Cannes; e Edward mani di forbice (Edward Scissorhands) (1990) di Tim Burton con un intenso Johnny Depp (Price lo girò nonostante fosse già molto malato, interpretando la parte dell'inventore pazzo stroncato da un infarto).

Vincent Pice morì per un tumore polmonare a Los Angeles il 25 ottobre 1993 all'età di 82 anni; aveva chiesto che le sue ceneri fossero sparse a Malibu. Nel 1999 la figlia Victoria dedicò al padre il libro Vincent Price: A Daughter's Biography (pubblicata dalla St. Martin's Press di New York). ("Persinsala.it", 28 maggio 2011)

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