José Ferrer
L'8 gennaio del 1912, cento anni addietro, nasceva a Santurce in San Juan (Portorico) l'attore, autore e regista teatrale–cinematografico José Ferrer (naturalizzato statunitense).
Nato José Vicente Ferrer de Otero y Cintrón, era figlio di Maria Providencia Cintron e di Rafael Ferrer, un avvocato e scrittore che aveva portato la famiglia a New York City, quando José aveva sei anni. Nel 1933 si era laureato alla Princeton University (superando l'esame di ammissione all'età di 15 anni) e si era specializzato alla Columbia University con l'intenzione di divenire un professore di lingue. Fu un pianista sensibile e dotato, e un uomo intelligente e colto capace di parlare correntemente cinque lingue.
Nato José Vicente Ferrer de Otero y Cintrón, era figlio di Maria Providencia Cintron e di Rafael Ferrer, un avvocato e scrittore che aveva portato la famiglia a New York City, quando José aveva sei anni. Nel 1933 si era laureato alla Princeton University (superando l'esame di ammissione all'età di 15 anni) e si era specializzato alla Columbia University con l'intenzione di divenire un professore di lingue. Fu un pianista sensibile e dotato, e un uomo intelligente e colto capace di parlare correntemente cinque lingue.
Debuttò a Broadway nel 1935 e, sempre a Broadway, nel 1940 partecipò con successo alla commedia La zia di Carlo (Charley’s Aunt), rivelandosi una giovane promessa di grande talento. Nel 1943 fu Iago in un Othello prodotto da Margaret Webster e rimasto a lungo in cartellone, mostrando un grande impegno nello studio e nella caratterizzazione del personaggio – nel ruolo di Otello recitava Paul Robeson e Desdemona era l'attrice Uta Hagen, sua prima moglie (il matrimonio durò dal 1938 al 1948 ed ebbero una figlia, Leticia, detta "Lettie"). In questi anni continuò intensa la sua attività teatrale a Broadway con l'esecuzione di testi numerosi e interessanti, che rivelarono la sua innata capacità di suscitare le emozioni della platea, e duraturo fu il suo amore per il teatro cui si dedicò sempre sia da attore che da regista, guadagnandosi la stima del pubblico e diversi "Tony Awards". Una sua performance degna di nota è stata quella di Miguel de Cervantes nella commedia musicale da lui diretta nel 1966 Man of La Mancha, tratto dal "Don Chisciotte" di Cervantes.
Resta memorabile la sua interpretazione cinematografica in Cyrano di Bergerac (1950) di Michael Gordon, molto fedele al testo teatrale, sobria e dignitosa, con la quale nel 1951 si aggiudicò un Golden Globe e l'Oscar come migliore attore protagonista (è stato il primo interprete di origini ispaniche a vincere un Academy Award). Il successo del film si giocò soprattutto sul ritmo e sullo humour, esaltando il valore dell'amicizia e la forza del sacrificio di quel romantico spadaccino, scorbutico e complessato a causa del suo nasone, in preda alla passione travolgente per la bellissima cugina Rosanna, innamorata di Cristiano (un cadetto bello ma scialbo); Cyrano diviene allora il suggeritore d’amore di Cristiano («Amante – non per sé – molto eloquente») e, soltanto in punto di morte, egli confesserà il suo segreto sentimento alla donna tanto amata. "Cyrano" era stato già un successo teatrale di José Ferrer a Broadway nel 1946 e gli aveva fatto guadagnare il suo primo "Tony Award". Nel 1953 riprese il ruolo al "The New York City Center", sotto la sua stessa direzione, e nel 1964 fu di nuovo Cyrano nel film francese di Abel Gance Cyrano et d'Artagnan.
La sua seconda moglie fu l'attrice–ballerina Phyllis Hill (1948–1953). Ebbe come terza moglie Rosemary Clooney, attrice e cantante jazz, sposata due volte (1953–1961 e 1964–1967), dalla quale ebbe cinque figli; Rosemary si fece notare nel 1954 nel film "White Christmas" di Michael Curtiz con Bing Crosby e Danny Kaye, cantando le stupende canzoni di Irving Berlin; insieme, diedero origine a una dinastia dello spettacolo: i figli Rafael e Miguel Ferrer sono attori, il figlio Gabriel è sposato con la cantante Debby Boone (figlia di Pat Boone) e il nipote George Clooney è quel simpatico e grande attore–regista che tutti conosciamo. Nei tardi anni sessanta Ferrer incontrò e sposò Stella Magee, con la quale visse sino alla morte.
Attivo dal 1948 al 1984, si segnalò in: Giovanna d'Arco (Joan of Arc) (1948) di Victor Fleming con la grande Ingrid Bergman (fu nominato all'Oscar come attore non protagonista); Il segreto di una donna (Whirlpool) (1949), noir diretto da Otto Preminger con Gene Tierney; La rivolta (Crisis) (1950) di Richard Brooks con Cary Grant; Moulin Rouge (1952), film drammatico di John Huston in cui fu un sofferto e bizzarro Toulouse–Lautrec, recitando sulle ginocchia (fu nominato per gli Academy Award come migliore attore); Tutto può accadere (Anything Can Happen) (1952) di George Seaton con Kim Hunter; Pioggia (Miss Sadie Thompson) (1953) di Curtis Berhnardt con Rita Hayworth, tratto dal breve romanzo "Miss Thompson" di William Somerset Maugham (era il Rev. Davidson); L'ammutinamento del Caine (The Caine Mutiny) (1954) di Edward Dmytryk con Humphrey Bogart (nel ruolo dell'avvocato difensore); Così parla il cuore (Deep in My Heart) (1954) di Stanley Donen con Merle Oberon; Lawrence d'Arabia (Lawrence of Arabia) (1962) di David Lean con Anthony Quinn e Alec Guinness (nel ruolo del Bey turco); La nave dei folli (Ship of Fools) (1965) di Stanley Kramer con Simone Signoret; La più grande storia mai raccontata (The Greatest Story Ever Told) (1965), sulla vita di Gesù, di George Stevens con Max Von Sydow (Gesù) e Charlton Heston (Giovanni Battista) – José Ferrer era Erode –; La nave dei dannati (Voyage of the Damned) (1976) di Stuart Rosenberg con James Mason e Max von Sydow; Sentinel (1977) di Michael Winner, un film horror con Ava Gardner; Lo sciame che uccide (Swarm) (1978) di Irwin Allen con Olivia De Havilland e Henry Fonda; Fedora (1978) di Billy Wilder con William Holden e Marthe Keller; Una commedia sexy in una notte di mezza estate (A Midsummer Night's Sex Comedy) (1982) di Woody Allen con Mia Farrow; Essere o non essere (To Be or Not to Be) (1983) di Alan Johnson con Mel Brooks; e Dune (1984) di David Lynch con Silvana Mangano. Ferrer seppe invecchiare con eleganza ma nell'ultimo periodo recitò, purtroppo, in ruoli meno adatti con risultati non sempre riusciti.
Fu anche un ottimo regista, serio e consapevole del mezzo tecnico. Mostrò doti innegabili, dirigendo se stesso, ne La figlia di Caino (The Shrike) (1955) con June Allyson; The Cockleshell Heroes con Trevor Howard e The Great Man con Julie London (1956); L'affare Dreyfus (I Accuse!) (1958), nel quale era Alfred Dreyfus; L'alto prezzo dell'amore (The High Cost of Loving) (1959) con Gena Rowlands; Ritorno a Peyton Place (Return to Peyton Place) (1961) – sequel de "I peccatori di Peyton" del 1957 – con Eleanor Parker; e, infine, il remake Alla fiera per un marito (State Fair) (1962) con Pat Boone e Bobby Darin, che purtroppo non fu un successo né di critica né di botteghino.
Lavorò anche in radio (fu il detective Philo Vance nell'omonima serie radiofonica del 1945) e in televisione, ove, tra l'altro, ebbe il ruolo dell'avvocato Reuben Marino nella soap opera Another World dei primi anni '80.
José Ferrer morì a Coral Gables in Florida il 26 gennaio del 1992 all'età di ottant'anni per un tumore del colon. Fu seppellito nel Santa Maria Magdalena de Pazzis Cemetery in Old San Juan, nel suo paese natio di Portorico.
Ferrer è stato il primo attore a ricevere la "National Medal of Arts" nel 1985. Il centenario della sua nascita sarà immortalato nel 2012 con una "First-Class Forever Stamp" nella U.S. Postal Service’s Distinguished Americans series (la sua immagine è quella di un dipinto a olio di Daniel Adel di Cold Spring, NY).
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