Edmond Rostand
Edmond Rostand, grande drammaturgo francese, nacque a Marsiglia 140 anni addietro il 1° Aprile del 1868 e morì a Parigi il 2 Dicembre del 1918. È l’autore del famoso e indimenticabile Cyrano de Bergerac.
Commedia eroica post–romantica, ambientata nella Francia delle «dame preziose» e dei «cavalieri guasconi» del XVII secolo, essa è dedicata a Cirano, uno spadaccino scorbutico e complessato a causa di un enorme nasone, che dietro l’apparenza grottesca e gli atteggiamenti tracotanti nasconde un cuore sentimentale di poeta appassionato. Egli riceve numerosi sberleffi per questo scherzo della natura ma autoironicamente sa prendersi gioco del suo naso: «È una montagna, un picco, un promontorio!... Ma che dico un promontorio? È una penisola!... Guardami, amico mio, e dimmi che speranza posso avere con questo naso! No, non mi faccio illusioni... Credimi, è davvero triste, certe volte, sentirsi così brutti, così soli...».
Cirano è in preda a una passione travolgente per la bellissima e intelligente cugina Rosanna: «Un pericolo mortale senza volerlo, dolcissimo senza saperlo – una trappola della natura, una rosa moscata nei cui petali l’amore tende agguati! Chi conosce il suo sorriso ha conosciuto la perfezione.».
Rossana ha però donato il suo cuore a Cristiano di Neuvillette, un cadetto di Guascogna, giovane e bello ma scialbo e privo di spirito. Sotto il balcone della fanciulla, Cirano diviene allora il suggeritore d’amore di Cristiano («Ti presterò un po’ di eloquenza. Tu prestami il tuo fascino. E costruiamo insieme un eroe da romanzo!»), proiettando la sua anima appassionata e facendo parlare il suo poetico cuore. Con le parole di Cirano («Amante – non per sé – molto eloquente»), Cristiano riesce a sedurre Rossana («Più tu mi prendi il cuore, più lui mi cresce in petto.»); lo spadaccino si fa poi da parte affinché il bel giovane riceva il suo bacio d’amore: «Che strana sensazione! Un bacio – l’amore pranza e io, come Lazzaro, raccolgo le briciole nel buio. Ma sì, sento che un po’ di questo bacio mi appartiene, perché su quelle labbra Rossana bacia le parole che ho detto io...».
Cirano e Cristiano devono partire per contrastare l’assedio di Arras, e Rossana affida Cristiano alla protezione del cugino, il quale continua nell’opera di seduzione dettando le lettere toccanti che il cadetto invia a Rossana. Pian piano, Rossana sente trasformarsi il suo amore in qualcosa di più alto e spirituale: non ama più Cristiano per la sua bellezza ma per la sua anima (prende, in realtà, ad amare Cirano).
Cristiano si accorge di questo mutamento e decide di confessare tutto a Rossana ma viene colpito a morte prima che possa farlo; Cirano resta allora accanto a Rossana che si è ritirata in convento e soltanto dopo 15 anni, quando egli stesso è stato ferito gravemente (colpito da un tronco lanciato dall’alto, a tradimento) – in pieno delirio – troverà il coraggio di confessare il segreto sentimento alla donna tanto amata (che a sua volta capirà di averlo sempre amato) e, morente, riceverà finalmente quel bacio d’amore tanto agognato, che è «un apostrofo rosa tra le parole “t’amo”». (www.zam.it, News, 31/3/2008)
P.S. Il Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand è una commedia in cinque atti che gli fu commissionata dall'attore Coquelin aîné (1841–1909) e che fu rappresentata per la prima volta il 28 dicembre del 1897 presso il Théâtre de la Porte-Sain-Martin di Parig diretto dallo stesso Coquelin. Rostand dedicò la sua pièce a Coquelin, così scrivendo: «Avrei voluto dedicare questo poema all'anima di Cyrano. Ma poiché essa è passata in voi, Coquelin, è a voi che io la dedico.». Coquelin aîné fu un superbo Cyrano, eroe romantico ma anche moderno, e grazie a questo ruolo divenne un attore celeberrimo; trascinò inoltre l'opera di Rostand – anch'egli un attore – a un successo imperituro. Anche il figlio Jean Coquelin, divenuto attore, perpetuò il successo del padre nel ruolo immortale di Cyrano. Il trionfo del testo consacrò Rostand come un maestro nella espressione dei sentimenti umani più teneri e nella rappresentazione delle passioni più profonde. Amatissimo dal pubblico, ricevette la Legion d'onore e fu eletto in qualità di membro dell'Académie française.
Nel teatro italiano è rimasta indimenticabile la rappresentazione del Cyrano de Bergerac eseguita nel 1953 del regista francese Raymond Rouleau, con l'attore Gino Cervi nel ruolo di Cyrano. Notevole anche l'allestimento del 1977 da parte del regista Maurizio Scaparro con Pino Micol nel ruolo del protagonista e Maria Evelina Nazzari nel ruolo di Rossana. Memorabili sono rimaste pure le interpretazioni di Cyrano fornite da Gigi Proietti, Franco Branciaroli, Massimo Popolizio e Domenico Modugno (in uno spettacolo musicale).
Anche il cinema si è interessato di questo grande capolavoro letterario: sono da ricordare il film hollywoodiano Cyrano de Bergerac (1950) di Michael Gordon con José Ferrer (Cyrano), che vinse l'Oscar e il Golden Globe nel 1951, Mala Powers (Roxane) e William Prince (Christian); e il film francese (1990) di Jean-Paul Rappeneau, una versione teatrale vera e propria in technicolor, con l'incontenibile e istrionico Gerard Depardieu e con Anne Brochet. La nostra Franca Squarciapino vinse l'Oscar per i migliori costumi mentre Gérard Depardieu fu nominato come migliore attore.
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