giovedì 15 settembre 2011

Arrigo Boito, poeta dalla poca fede e dagli immensi ideali



Arrigo Boito


 Novant’anni addietro moriva a Milano per infarto (il 10 giugno del 1918) Arrigo Boito, poeta–musicista, librettista e critico (agì per la rinascita della musica in Italia), oltre che esponente di spicco della Scapigliatura e «artista europeo».

Nato a Padova il 24 febbraio 1842 da un artista e da una nobildonna polacca, studiò al Conservatorio di Milano e si formò all’estero, fermandosi a Parigi ove conobbe i più grandi esponenti della musica contemporanea.

Nel 1866 si arruolò come garibaldino, seguendo Garibaldi nella sua azione rivoluzionaria per «due mesi guerreschi». Il fratello più grande Camillo (1835–1914), architetto innovativo e ironico critico d’arte, fu anch’egli un eccellente narratore (scrisse il racconto “Senso”, dal quale Luchino Visconti trasse l’omonimo film nel 1954), e fu proprio Camillo a introdurlo nella Scapigliatura lombarda.

Incantato dalle armonie di Beethoven e di Wagner, attaccò senza pietà la musica e i musicisti italiani, alienandosi le simpatie di Giuseppe Verdi. Usando lo pseudonimo di Tobia Gorrio, ottenuto anagrammando il suo vero nome da patito dei giochi di parole e da sperimentalista ante–litteram, scrisse libretti d’opera per Ponchielli (La Gioconda) e Verdi (Otello e Falstaff) col quale si era riconciliato nel 1873.

Scrisse libretto e musica per il suo melodramma Mefistofele, ricco d’innovazioni musicali; rap­presentata nel 1868 alla “Scala”, l’opera non ebbe successo e suscitò in teatro veri e propri tumulti (sia per l’ostilità provocata dalle continue polemiche giornalistiche sia perché accusata di «Wagnerismo»), che spinsero la polizia a interrompere le rappresentazioni. Ripresentata al teatro Comunale di Bologna nel 1875 in versione molto rielaborata (con la parte di Faust scritta per tenore invece che per baritono), ebbe un successo travolgente ed è ancora oggi molto rappresentata in Italia e all’estero.

Scrisse anche Nerone, grandiosa opera rimasta incompiuta e completata da Vincenzo Tommasini, rappresentata postuma nel 1924 con la partitura di Arturo Toscanini.

Boito è stato anche un poeta tardo–romantico dal gusto spiccato per un satanismo macabro, venato di cupa ironia. Oscillò tra fede e dubbio, tra cruda realtà e nobili aspirazioni dell’uomo nell’eterna lotta tra Bene e Male, e così scrisse:

«Ho perduto i miei sogni ad uno ad uno
com’o­boli di cieco […]..
Dio ci diede
stretto orizzonte e sconfinate ali
ci diè povera fede
ed immensi ideali.».

Ebbe un lungo rapporto amoroso con la grande attrice Eleonora Duse, molto più giovane di lui, e il loro appassionato epistolario è stato pubblicato nel 1979 nella collana del Saggiatore dalla Mondadori. Aveva conosciuto Eleonora nel 1884, durante una cena in onore dell’attrice (presente anche Verga, per il quale poco prima la Duse aveva interpretato “Cavalleria Rusticana”), e la loro relazione durò per molti anni ma senza alcuna convivenza, perché lei recitava in giro per il mondo mentre lui lavorava nel suo studio di Milano. Arrigo le scriveva: «Come ti vidi mi innamorai. E tu sorridi perché lo sai»; lei gli rispondeva: «Io voglio vedervi, presto, presto... Un giorno, una notte, non più, tu verrai...», considerandolo guida spirituale e «il filo rosso della mia esistenza».

Nel 1893 la Cambridge University conferì a Boito la Laurea “honoris causa”, insieme a Chaikovskij e Saint Saens. Nel 1912 fu fatto senatore del Regno. (www.zam.it, News, 12/6/2008)

P.S. Il melodramma Mefistofele di Boito visse molte vicissitudini ma l'autore, che era convinto della bontà dell'opera, seppe apportare le giuste modifiche, tali da raggiungere il gradimento del pubblico e della critica. Quel suo protagonista nichilista (vera essenza del male), ispirato al Faust, così si definisce: «Son lo Spirito che nega / Sempre, tutto; l'astro, il fior. / Il mio ghigno e la mia bega / Turban gli ozi al Creator. / Voglio il Nulla e del Creato / La ruina universal. / Parte son d'una latebra / Del gran Tutto: Oscurità. / Son figliuol della Tenebra / Che Tenebra tornerà.». Mefistofele esprime, però, accanto alla negazione dell'esistere, un atteggiamento filosofico di dubbio e dilemma dualistico tra l'essere e il non essere; continua Mefistofele: «Rido e avvento questa sillaba: / "No." / Struggo, tento, / Ruggo, sibilo. / "No." / Mordo, invischio, / Fischio! fischio! fischio!».

La "Associazione Amici di Arrigo Boito", nel presentare sul web la seconda edizione del Mefistofele (http://arrigoboito.soyombo.it/mefisto.htm), andata in scena al teatro Comunale di Bologna nel 1875 e pubblicata dalla Garzanti, ne I Capolavori di Arrigo Boito, così scrive: «Sembra che il giovane Boito si identificasse con il nichilismo del suo Mefistofele e che questo fosse lo sfogo del suo anticlericalismo e del suo interesse per il satanismo  (che secondo alcuni attraverso lo gnosticismo si ricongiunge alla massoneria speculativa ma che forse è piuttosto strumento politico per uno scontro contro l'istituzione ecclesiastica). Satanismo del quale nell'opera boitiana vi sono svariati esempi criptati... Addirittura il fischio demoniaco sarebbe stata una pratica comune di Boito.».


A me pare che Mefistofele e Boito che con lui s'identifca siano simili ai "poeti maledetti" francesi e soprattutto a Charles Baudelaire, fautori di un "Io" esaltato, il quale – pur sentendosi libero da qualsiasi freno inibitore – era però consapevole dei suoi difetti e del contrasto tra la cruda realtà e le sue nobili aspirazioni, nell’eterna lotta tra il Bene e il Male. Tutti questi autori della letteratura, nel fondo del loro cuore (ove lottavano l’Angelo e il Demonio) e nel segreto della loro vita segnata dal fallimento, aspiravano intensamente alla virtù, alla spiritualità e all’eternità mentre erano, in effetti,  divorati da una noia esistenziale che era il peggiore di tutti i loro vizi.

1 commento:

  1. Bravissima Silvia,
    ottimo lavoro di cernita, di proposta e di attualizzazione dei profili. E' saltato, certo per via dell'uso non corretto del mezzo, un commento a Bernanos di 15 giorni fa. Dicevo dell'importanza della Grazia. In questo tempo che tutti i giorni la nega. Ho fatto link a questo blog nel mio sito.

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