Jean Harlow
Nel mese di marzo di cento anni addietro (il 3 marzo del 1911) a Kansas City nasceva Jean Harlow (pseudonimo di Harlean Carpenter), attrice brillante statunitense che s'impose per l'ironico sex appeal e la gioiosa sensualità.
Figlia di un dentista, dopo il divorzio dei genitori si trasferì a Hollywood e fu spinta dalla madre sulla strada del cinema (e proprio il nome di lei, assunse come pseudonimo, debuttando in alcune comiche di Stanlio e Ollio). Malgrado l'aspetto di bionda aggressiva, era timida e aveva aspirazioni borghesi (un matrimonio felice e una famiglia serena), nonostante un matrimonio sbagliato a sedici anni con il ricco Charles McGrew finito male.
Il successo la travolse nel 1931, quando il giovanissimo regista–produttore Howard Hughes la scritturò per la versione sonora del film Gli angeli dell'inferno (Hell's Angels); alla prima, il pubblico straripante e la critica restarono stregati dall'arguzia, dalla solare fisicità, dalla sfrontata carica erotica velata d'ingenuità e dalla tenera fragilità di quella nuova attrice dai capelli color del platino. Adottata dai grandi studios di Hollywood, recitò accanto a James Cagney nel noir Nemico pubblico (The Public Enemy) (1931) di William A. Wellman – scrisse Graham Greene: «Attrice dotata di una tecnica straordinaria... usava il seno alla stessa maniera di un uomo che maneggia una pistola» (www.cinekolossal.com) – ; fu poi accanto a Robert Williams nel film La donna di platino (The Platinume Blonde) (1932) di Frank Capra: fece impallidire la coprotagonista Loretta Young meritandosi l'appellativo di «The Blonde Bombshell».
Jean Harlow divenne allora un'icona e molte donne americane imitarono il suo stile, i suoi abiti, la sua sfumatura di biondo, le sue sopracciglia rasate e disegnate con la matita, il suo rifiuto del reggiseno. La sua bellezza esuberante e il suo fisico atletico (che l'attrice scolpiva con sport e dieta vegetariana, rinunziando a fumo e alcolici) le consentivano di vestire quegli aderenti abiti di lamé disegnati appositamente per lei e di posare o recitare nuda.
Scritturata dalla MGM, nel 1932 sposò il produttore Paul Bern, un introverso intellettuale più grande di lei, che a due mesi dalle nozze si uccise con un colpo di pistola alla testa. Lo scandalo fu enorme, e crudeli furono i numerosi articoli di stampa che frugarono senza pietà tra eventi veri e presunti del breve matrimonio di Jean.
Nonostante l'enorme dolore, la Harlow si rifugiò nel lavoro e in pochi anni interpretò più di dieci film per la MGM, recitando con tutti i mostri sacri del cinema e mostrando una crescente sensibilità interpretativa e un discreto perfezionamento dello stile. Da ricordare: Lo schiaffo (Red Dust) (1932) di Victor Fleming con Clark Gable (col quale ebbe una rovente relazione sentimentale); Red–Headed Woman (1932) di Jack Conway, ove rese la sua migliore interpretazione; Pranzo alle otto (Dinner at Eight) (1933), commedia sofisticata di George Cukor, considerato «il regista delle dive» e l'artefice di un «cinema per la donna»; Sui mari della Cina (China Seas) (1935) di Tay Garnett con Gable; Tentazione bionda (Reckless) (1935) di Victor Fleming con William Powell; Riffraff (1936) di Robert Z. Leonard con Spencer Tracy; La donna del giorno (Libeled Lady) (1936) di Jack Conway con William Powell; e Proprietà riservata (Personal Property) (1937) di W.S. Van Dyke II con Robert Taylor. I suoi film subirono spesso le proteste e la censura dei puritani e dei circoli più moralisti.
Schiavizzata dalla madre e dal patrigno (il dandy italo–americano Marino Bello, interessato soltanto al denaro), Jean soffriva nella vita privata ma trionfava sullo schermo ove talora ironizzava sulle sue vicende personali: nel comico Argento vivo (Bombshell) (1933), diretto da Victor Fleming, interpretava una diva chiusa nel suo successo, oppressa dal suo agente che la costringeva agli scandali per aumentare la sua popolarità e tormentata da parenti parassiti.
Nel 1934 aveva, intanto, sposato l'anziano operatore cinematografico Hal Rosson: il matrimonio durò purtroppo meno di un anno; ritornò allora a vivere con la madre, che programmava la sua vita e la sua carriera in modo autoritario. Sembrava aver trovato finalmente amore e tranquillità con William Powell (grande star degli anni trenta), quando durante le riprese del film Saratoga (1937) di Jack Conway, sempre con Clark Gable, a causa di una nefrite acuta ebbe un malore ed entrò in coma; morì dopo alcuni giorni per uremia presso il Good Samaritan Hospital: era il 7 giugno del 1937, aveva appena compiuto ventisei anni e brillava all'apice della carriera (il film fu completato grazie a una controfigura e a un'attrice abile nell'imitare il suo timbro di voce lievemente nasale).
Il funerale fu un vero evento mediatico e Powell pose sulla sua bara una corona di fiori con un biglietto su cui era scritto: «Buonanotte tesoro». Seppellita nel cimitero di Forest Lawn Glendale (a Los Angeles), sulla sua lapide anonima la madre fece scrivere soltanto «Our baby» (a lei, Jean lasciò un enorme patrimonio calcolabile sul milione di dollari di allora).
A riprova del fatto che dietro la maschera di bomba sexy si nascondeva una donna intelligente, nel 1934 scrisse il romanzo erotico Today is Tonight – A novel sui leggendari anni trenta, bloccato dalla MGM e pubblicato postumo soltanto negli anni sessanta. Nel 1965 Gordon Douglas diresse il film Jean Harlow, la donna che non sapeva amare con Carroll Baker, che ebbe successo nonostante la Baker sembrasse inadeguata per l'età più avanzata rispetto a quella di Jean.
Si racconta che Marilyn Monroe – che amava molto Jean Harlow e la sua personalità di vamp ingenua – volle che a decolorare i suoi capelli fosse proprio Pearl Porterfield, l'anziana parrucchiera della Harlow. ("Persinsala.it", 10 marzo 2011)
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