Giorgio Prosperi
(La foto di Giorgio Prosperi è di Cristiana Cappelletti)
Cento anni addietro, il 17 febbraio del 1911, nasceva a Roma il regista e sceneggiatore, oltre che autore teatrale e televisivo, Giorgio Prosperi (morì a Roma il 25 aprile del 1997).
Iscrittosi al Partito Nazionale Fascista, si segnalò partecipando alla prima edizione dei Littoriali – manifestazioni culturali e sportive svoltesi in Italia tra il 1932 e il 1940 – con un panegirico su Mussolini, che faceva riferimento al Fascismo come a una categoria assoluta ed eterna. Passò poi come redattore–capo alla rivista "La Sapienza", organizzando nel 1935 un convegno in opposizione al neo–idealismo del filosofo Giovanni Gentile. Laureato in Lettere, Prosperi si faceva notare per una scrittura nobile e raffinata, anche se non priva di una certa retorica. Come critico cinematografico e teatrale, scrisse su "La Fiera Letteraria" e su "Cinema. Nuova serie", e per più di quarant'anni collaborò con "Il Tempo" di Roma.
Fu uno sceneggiatore di valore. Tra le sue numerosissime sceneggiature scritte tra il 1947 e il 1962, alcune primeggiano in modo particolare. Insieme con undici sceneggiatori (incluso Jean Cocteau) partecipò alla stesura del film italiano di Georg Wilhelm Pabst La voce del silenzio (1953) con Aldo Fabrizi, Cosetta Greco e Jean Marais. Sua, la sceneggiatura del commovente quarto episodio del film collettivo Siamo donne (1953), diretto da Luigi Zampa con Isa Miranda (scritto in collaborazione con Luigi Chiarini, lo stesso Zampa e Cesare Zavattini). Sua, la sceneggiatura del film italo–americano Stazione Termini (1953) di Vittorio De Sica con Jennifer Jones e Montgomery Clift, languida vicenda di un amore impossibile sceneggiata con Zavattini e Chiarini. Come dimenticare, inoltre, la sua collaborazione allo scriptum del grandissimo capolavoro di Luchino Visconti Senso (1954) con Alida Valli e Farley Granger (insieme con Carlo Alianello, Giorgio Bassani, Suso Cecchi d'Amico, lo stesso Visconti, e i grandi Tennessee Williams e Paul Bowles per i dialoghi inglesi della versione statunitense del 1968). Collaborò anche alla sceneggiatura di Estate violenta (1959) di Valerio Zurlini con Jean–Louis Trintignant ed Eleonora Rossi Drago (insieme con lo stesso Zurlini e con Suso Cecchi D'Amico).
Indimenticabili le sue regie teatrali di Liolà (1968) con Domenico Modugno (il quale scrisse delle musiche rimaste inedite) e de Il governo di Verre (1970) con Renzo Giovampietro, il quale lo ha poi ripreso in qualità di regista. A proposito di Pirandello visto da Andrea Camilleri (che, tra l'altro, nel 1967 aveva fatto una regia radiofonica di Liolà con Alberto Lionello e Mario Scaccia), si narra quest'aneddoto riportato dal club telematico dei fan di Andrea Camilleri (www.vigata.org): Prosperi sul "Tempo" aveva scritto: «Camilleri, per il suo lungo studio su Pirandello, le sue messe in scena pirandelliane, il fatto che è conterraneo di Pirandello, è l'unico regista in Italia che possa dargli del tu.»; Camilleri lo ringraziò, rispondendogli: «Guardi, Pirandello io l'ho visto una sola volta in vita mia quando avevo dieci anni e se dovessi rincontrarlo gli darei del vossia, anzi gli darei del voscenza, che da noi significa vostra eccellenza. Mai gli darei del tu.».
Notevoli sono anche le sceneggiature televisive di Prosperi; da ricordare soprattutto Vita di Michelangelo (1964) diretto da Silverio Blasi; Vita di Dante (1965) per la regia di Vittorio Cottafavi; Vita di Cavour (1967) di Piero Schivazappa; Il giovane Garibaldi (1973) diretto da Franco Rossi (la sceneggiatura è stata scritta insieme con Lucio Mandarà); e Canossa (1974) per la regia di Silverio Blasi. Prosperi fu anche un drammaturgo ricco di grande forza scenica: il suo dramma La congiura, rappresentato nella stagione 1959–60 per la regia di Luigi Squarzina, si meritò il premio Marzotto.
A lui, che si era fatta fama di grande studioso italiano nel campo dello spettacolo, è stato dedicato nel 2005 il libro "Sinceramente preoccupato di intendere. Sessant'anni di critica teatrale (1940–1996) di Giorgio Prosperi" (editore Bulzoni). Il nipote di Giorgio Prosperi, Diego Zucca, alla maniera del nonno, si è anch'egli dedicato alla scrittura. ("Persinsala.it", 17 febbraio 2011)
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