giovedì 17 novembre 2011

Peter Pan, l'immortale alter ego di James Matthew Barrie



James Matthew Barrie


Centocinquanta anni addietro (il 9 maggio del 1860) nasceva in Scozia James Matthew Barrie, creatore di Peter Pan, protagonista dei due fantasiosi libri per ragazzi Peter Pan nei giardini di Kensington (1906) e Peter Pan e Wendy (1911).

Straordinaria è soprattutto la versione teatrale Peter Pan (ovvero Il bambino che non voleva crescere), che nel 1904 ha preceduto la comparsa dei romanzi. La magica storia è nota: il giorno in cui è nato, Peter Pan è scappato via nei giardini di Kensington ed è rimasto un eterno bambino che «non vuole andare a scuola e imparare cose serie» e che non vuol crescere perché desidera soltanto spassarsela (nel suo commento alla pièce teatrale Barrie scriveva: «Forse lui pensa così, ma è solo la sua più grande finzione»). Peter Pan è un sognatore «vestito solo di foglie d’autunno e ragnatele» che vive con le fate («quando un bambino ride per la prima volta, la risata si rompe in mille pezzi che si allontanano saltellando e questo è l’inizio delle fate») a un indirizzo veramente fantastico: «seconda stella a destra e poi diritto fino al mattino».

Insieme con la piccolissima fatina luminosa Trilly, Peter giunge in casa Darling – in cerca della sua ombra persa qualche giorno prima – e convince Wendy («Dimenticali Wendy, dimenticali tutti.... vieni con me dove non dovrai mai pensare alle cose dei grandi!») e i fratellini John e Michel a partire con lui per un viaggio straordinario verso l'isola Chenoncè, abbandonando babbo, mamma e la fedele cagna–baby sitter Nana e lasciando tutti nella più nera disperazione.

E Peter insegna ai ragazzi «a saltare sulle spalle del vento» volando via lontano e li coinvolge in meravigliose avventure, inclusa la lotta acerrima contro Capitan Uncino (cui ha tagliato una mano che è stata mangiata da un coccodrillo, alle cui fauci alla fine lo condannerà definitivamente). A proposito del testo teatrale e presentando Nana, scrive Barrie: «L’unica occupante della stanza è attualmente la Tata Nana, coricata, non come puoi aspettarti su una comoda poltrona, ma sul pavimento. Lei è una Terranova… L’orologio a cucù segna le sei e Nana fa un salto nella vita. Questo primo momento della commedia è molto importante perché se l’attore che fa Nana non salta davvero noi siamo rovinati… Tutti i personaggi, grandi o piccoli, devono avere una prospettiva infantile sulla vita come caratteristica più importante. Se non possono fare a meno di essere divertenti. Sono pregati di andare via.».

James Matthew Barrie non ha avuto vita facile. Nacque in una cittadina a nord di Edimburgo ma perse in età infantile un fratello (adorato dalla mamma) mentre pattinava sul ghiaccio e ciò segnò profondamente la vita sua e di sua madre, spingendolo a mantenere e a ricercare in sé per sempre quelle tracce della fanciullezza perduta, quel Peter Pan che noi tutti conserviamo nel nostro io profondo (James era tra l'altro un individuo piccolo e gracile che tentava di attirare l'attenzione su di sé, raccontando storie).

E nel tempo, Peter Pan è divenuto il simbolo – non sempre positivo – dell’adulto in fuga dalla realtà.

Giornalista e scrittore di libri sentimentali e commedie, Barrie amava camminare per i giardini di Kensington a Londra con l'amatissimo cane di San Bernardo Porthos, allegro compagno di passeggiata. Sposò un’attrice e non ebbe figli (forse il matrimonio non fu mai consumato) ma si legò successivamente a Sylvia Llewellyn–Davies e a tre dei suoi cinque figli che aveva incontrato nei giardini di Kensington e per i quali aveva scritto le magiche avventure di Peter Pan e capitan Uncino. Purtroppo questo legame finì tragicamente con la morte prematura di Sylvia e di due dei ragazzi (ai quali James era legato da un affetto quasi morboso), e Barrie si ritrovò nuovamente solo e infelice.

Non perse però il suo humour, a dimostrazione che il serio e il faceto possono coesistere nello stesso individuo. Fatto baronetto dalla regina, divenne Rettore dell’Università di Edimburgo ove si era laureato in Giurisprudenza. Ha ceduto generosamente tutti i diritti del suo libro all'ospedale per bambini "Great Ormond Street Hospital" di Londra.

Diversi i film sono stati tratti dal geniale testo teatrale di Barrie. Il primo è stato il film muto Peter Pan (1924) di Herbert Brenon. Il secondo e forse più importante è il film di animazione prodotto da Walt Disney Le avventure di Peter Pan (1953) per la regia di C. Geronimi, W. Jackson e H. Luske (nel quale Corrado Pani doppiava Peter Pan); questo film ha avuto un sequel in Peter Pan Ritorno all'isola che non c'è (2002) di D. Cook e R. Budd, girato per celebrare il centenario dalla prima comparsa di Peter Pan. Seguirono: Hook Capitan Uncino (1991) di Steven Spielberg con un Peter Pan adulto interpretato da Robin Williams, e l’ultima versione cinematografica Peter Pan (2003) – forse la più fedele trasposizione del romanzo a parte il contestato finale – diretta da P.J. Hogan (nonostante i tanti effetti speciali, non è stata però coronata dal successo). Infine nel 2004 è stato girato il film Neverland Un sogno per la vita di M. Forster (tratto dalla commedia teatrale The who was Peter Pan di Allan Knee), che racconta la vita di Barrie, con Johnny Depp nel ruolo dello scrittore.


Leonard Bernstein ha composto le canzoni e la musica per un Peter Pan teatrale (1950) e in Italia un musical di successo (2007) con Manuel Frattini ha utilizzato l'album di Edoardo Bennato Sono solo canzonette – basato su Peter Pan e sui personaggi delle storie di Barrie – vincendo il "Riccio d'Argento" come Miglior spettacolo dell'anno nella rassegna "Fatti di Musica" diretta da Ruggero Pegna. ("Persinsala.it", 8 maggio 2010)


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