domenica 22 luglio 2012

Michael Wilding, un attore e il suo “romantico charm”


Michael Wilding                                       Con la seconda moglie Liz Taylor

Avrebbe compiuto cento anni (era nato il 23 luglio del 1912 a Leigh-on-Sea nell'Essex) l'attore cinematografico inglese Michael Wilding – all'anagrafe Michael Charles Gauntlet Wilding – divenuto popolare negli Stati Uniti grazie soprattutto al suo matrimonio con Liz Taylor (fu il secondo marito, di venti anni più grande).

Educato alla Christ's Hospital School, studiò arte e fu da disegnatore che entrò nel cinema, divenendo un artista di successo. Mosse poi i suoi primi passi di attore in Inghilterra negli anni Trenta, partecipando ai numerosi film girati con Anna Neagle, nota attrice e cantante inglese «effervescente e dal fascino provocante», moglie dell'«irrequieto» regista e produttore irlandese Herbert Wilcox (nel 1926 aveva fondato con il produttore americano J.D. Williams la British National Pictures). Wilding debuttò con Ottocento romantico (Bitter Sweet) (1933). Scrive Gianni Canova (Cinema, le garzantine, Garzanti, 2009): «Distinto gentiluomo degli schermi inglesi (e talvolta statunitensi), e originariamente pittore ritrattista. Dopo i successi sui palcoscenici di Londra, nel corso degli anni '30 apparve in piccoli ruoli cinematografici in cui mette in luce il suo ascendente sul pubblico. Sebbene limitato nelle sue capacità interpretative, riesce a catturare le platee con il suo fascino educato e aristocratico, diventando celebre e amata star nel decennio successivo.». Wilcox – dopo un insuccesso con un film realista e un successo con un drammone a forti tinte – si convinse che il cinema dovesse essere uno strumento d'evasione buono a superare i «tristi orrori» della guerra e a sfuggire l'austerity e le privazioni del dopoguerra. Disse: «Basta con il realismo. D'ora in avanti il mio obiettivo doveva essere l'intrattenimento del pubblico: bella gente, in begli ambienti, occupata a far belle cose.». Con Herbert Wilcox e Anna Neagle (in ruoli «leggeri, svagati e frizzanti»), Michael Wilding creò un sodalizio molto fruttuoso e fortunato, e tutti e tre divennero i protagonisti del boom cinematografico inglese del dopoguerra grazie al “ciclo di Mayfair”, una serie di film piacevoli e glamour, di ambientazione londinese e senza molte pretese ma ben confezionati che guadagnò una montagna di soldi. Dopo il primo film della serie I Live in Grosvenor Square (1945), in cui la Neagle aveva recitato accanto a Rex Harrison, in Incontro a Piccadilly (Piccadilly Incident) (1946) Michael Wilding divenne il protagonista, e l'attore elegante e misurato si rivelò perfetto nella sua parte da commedia e perfetto risultò l'affiatamento con la protagonista (il film, che fu tra i maggiori successi britannici del 1947, raccontava la trama già vista di una moglie presunta morta che si ripresenta al marito che ha sposato nel frattempo un'altra donna). Anna Neagle e Michael Wilding recitarono nuovamente insieme in Le vie del destino (The Courtneys of Curzon Street) (1947), un appassionante dramma ambientato in epoca vittoriana. Questi tre film «costituivano, insieme, una specie di saga domestica sui casi di una burrascosa famiglia che tre guerre non riescono a domare» (vedere Anna Neagle e Herbert Wilcox, Il Cinema – Grande storia illustrata, Ist. Geografico De Agostini, Novara 1981).

Seguì L'impareggiabile Richard (Spring in Park Lane) (1948), una fantastica commedia rosa in cui Wilding, un nobile spiantato, si fa assumere come cameriere presso una ricca famiglia, innamorandosi della nipote del padrone di casa (nel film è rimasta indimenticabile una lunga sequenza onirica scandita dalla canzone The Moment I Saw You): «Wilding riuscì a imprimere un certo ritmo a quelli che, senza di lui, sarebbero stati dei film noiosissimi, e nel 1948, con Impareggiabile Richard contribuì al maggior successo della coppia Neagle–Wilcox (e a quello che fu senz'altro il loro film migliore). “Un soggetto brillante, pieno di vivacità e di brio”, commentò allora il Monthly Film Bulletin ed era un giudizio azzeccato. La commedia brillante non è mai stata la specialità del cinema inglese ma questo è senza dubbio l'esempio più riuscito del genere.» (vedere Anna Neagle e Herbert Wilcox, Il Cinema – Grande storia illustrata, Ist. Geografico De Agostini, Novara 1981).

La coppia Neagle–Wilding, adorata dal pubblico cinematografico britannico e osannata dalla critica, fu insieme per la quarta volta nella commedia sentimentale Il paradiso della donne (Maytime in Mayfair) (1949), nella quale Wilding era il gentiluomo Michael Gore-Brown che riceveva in eredità un atelier mentre la Neagle interpretava l'affascinante bionda direttrice della casa di mode (ed era naturalmente amore a prima vista!). Con Wilcox, Wilding recitò ancora in Into the Blue (1950) – ne fu anche produttore –, The Lady with the Lamp (1951) – biografia di Florence Nightingale –, Derby Day e Ritorna il terzo uomo (Trent's Last Case) (1952).

In seguito Michael Wilding continuò a lavorare nel Regno Unito ma partecipò anche a molte importanti produzioni di Hollywood. Tra i suoi film più celebri, ricordiamo: Eroi del mare (In Which We Serve) (1942) di David Lean; Missione segreta (Secret Mission) (1942), Dear Octopus (1943) ed English Without Tears (1944) di Harold French; Un marito ideale (An Ideal Husband) (1948) di Sir Alexander Korda; Il peccato di Lady Considine (Under Capricorn) (1949) e Paura in palcoscenico (Stage Fright) (1950) di Alfred Hitchcock; La maschera e il cuore (The Torch Song) (1953) e La scarpetta di vetro (The Glass Slipper) (1955) di Charles Walters; Sinuhe l'egiziano (The Egyptian) (1954) di Michael Curtiz; Duello di spie (The Scarlet Coat) (1955) e Una ragazza chiamata Tamiko (A Girl Named Tamiko) (1962) di John Sturges; Il mondo di Suzie Wong (The World of Suzie Wong) (1960) di Richard Quine; I due nemici (The Best of Enemies) (1961) di Guy Hamilton; e Rose rosse per il Führer (1968) di Fernando Di Leo, ove interpretava un generale inglese.

Michael Wilding non disdegnò la TV, ove ebbe anche ruoli da protagonista partecipando a episodi delle serie The 20th Century-Fox Hour (1955-1956), Climax! (1958), Playhouse 90 (1958-1959), Saints and Sinners (1962), Burke's Law e The Alfred Hitchcock Hour (1963), e Mannix (1968).

Negli anni sessanta Michael Wilding fu costretto a limitare le sue apparizioni cinematografiche per problemi di salute. E quelli furono anche gli anni del declino della coppia Neagle–Wilcox, che aveva saputo indovinare i gusti degli spettatori del grande schermo e accattivarsi il favore della critica, e che «aveva sempre lavorato per un pubblico popolare, di massa, ma negli Anni Cinquanta quel pubblico passò rapidamente alla televisione». Wilcox fece bancarotta, la moglie ritornò al teatro e non fece più film, Wilding era già quasi tagliato fuori dal cinema.  

Wilding morì a Chichester il 9 luglio del 1979 in ospedale per un fatale trauma cranico provocato da una caduta per le scale di casa, avvenuta a causa di una crisi convulsiva (aveva soltanto 66 anni).

Wilding è stato sposato quattro volte: con Kay Young (1937-1951), con Elizabeth Taylor (1952-1957) – ebbero due figli Michael Jr, anch'egli attore, e Christopher – , con Susan Neill (1958-1962) e con Margaret Leighton (1964-1976).

Su The Times del 16 novembre del 1979, in un “Obituary” scritto alcuni mesi dopo la sua morte per ricordare Michael Wilding
– http://www.hitchcockwiki.com/wiki/The_Times_(16/Nov/1979) – si legge: «La sua fama è basata principalmente su una serie di commedie romantiche — The Courtneys of Curzon Street, Spring in Park Lane e Maytime in Mayfair — che, ambientate in un mondo artificiale abitato da conti e duchi, consentiva una fuga perfetta del pubblico cinematografico inglese dalle privazioni del razionamento e dell'austerity. Successi enormi al box office, questi film accoppiavano Wilding, scelto solitamente come l'elegante aristocratico, con Anna Neagle, diretti dal marito di lei Herbert Wilcox. Nel 1949 Wilding fu votato come la “top British star” e rimase tra i primi dieci attori più importanti ciascun anno, dal 1947 al 1950.». L'estensore dell'articolo riporta come lo stesso attore si dimostrasse sorpreso di essere arrivato così in alto, nonostante il suo talento limitato, e come paragonasse il suo successo all'adulazione più tardi riservata ai cantanti pop. In effetti, egli irradiava un certo “romantic charm” che, per un certo periodo almeno, milioni di spettatori trovarono irresistibile. Continua l'articolo: «Nel 1952 egli diede ai suoi numerosi fan la possibilità di condividere “a real–life romance”, quando all'età di 40 anni sposò la ventenne Elizabeth Taylor.». Michael ebbe con Liz due figli ma sia il matrimonio sia la sua carriera naufragarono. 

Dopo il divorzio, avvenuto nel 1957, tentò infelicemente di ricostruire la sua carriera a Hollywood e cercò di continuarla in Inghilterra, girando una successione di film insignificanti, sino a che nel 1963 annunciò di voler smettere di fare l'attore per divenire un agente. Lo fece per tre anni, ma poi gradatamente ritornò al cinema. Con l'ultima moglie, Margaret Leighton, morta nel gennaio del 1976, nota attrice, nel 1972 Michael fece la sua ultima brevissima apparizione cinematografica (era Lord Holland) nel film inglese storico Peccato d'amore (Lady Caroline Lamb) di Robert Bolt – lo sceneggiatore di David Lean – con Sarah Miles, Jon Finch, Richrd Chamberlain, John Mills e Laurence Olivier (nella parte del generale Wellington), storia di Caroline Ponsonby, moglie di un brillante uomo politico che diviene apertamente l'amante del giovane e scapestrato poeta Byron, subendo gravissime umiliazioni dall'ipocrita Inghilterra dell'800 (il film è stato trasmesso il 19 luglio da RaiMovie e ho rivisto con piacere questo dramma a cavallo tra la politica e il privato).

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