Michael Wilding Con la seconda moglie Liz Taylor
Avrebbe compiuto cento
anni (era nato il 23 luglio del 1912 a Leigh-on-Sea nell'Essex) l'attore
cinematografico inglese Michael Wilding –
all'anagrafe Michael Charles Gauntlet Wilding – divenuto popolare negli Stati Uniti grazie soprattutto al suo
matrimonio con Liz Taylor (fu il secondo marito, di venti anni più grande).
Educato alla Christ's Hospital
School, studiò arte e fu da disegnatore che entrò nel cinema, divenendo un
artista di successo. Mosse poi i suoi primi passi di attore in Inghilterra
negli anni Trenta, partecipando ai numerosi film girati con Anna Neagle, nota
attrice e cantante inglese «effervescente e dal fascino provocante», moglie dell'«irrequieto»
regista e produttore irlandese Herbert Wilcox (nel 1926 aveva fondato con il
produttore americano J.D. Williams la British
National Pictures). Wilding debuttò con Ottocento romantico (Bitter Sweet) (1933). Scrive Gianni Canova (Cinema, le garzantine, Garzanti, 2009): «Distinto
gentiluomo degli schermi inglesi (e talvolta statunitensi), e originariamente
pittore ritrattista. Dopo i successi sui palcoscenici di Londra, nel corso
degli anni '30 apparve in piccoli ruoli cinematografici in cui mette in luce il
suo ascendente sul pubblico. Sebbene limitato nelle sue capacità
interpretative, riesce a catturare le platee con il suo fascino educato e
aristocratico, diventando celebre e amata star nel decennio successivo.». Wilcox
– dopo un insuccesso con un
film realista e un successo con un drammone a forti tinte – si convinse che il cinema dovesse
essere uno strumento d'evasione buono a superare i «tristi orrori» della guerra
e a sfuggire l'austerity e le privazioni del dopoguerra. Disse: «Basta con il
realismo. D'ora in avanti il mio obiettivo doveva essere l'intrattenimento del
pubblico: bella gente, in begli ambienti, occupata a far belle cose.». Con
Herbert Wilcox e Anna Neagle (in ruoli «leggeri, svagati e frizzanti»), Michael
Wilding creò un sodalizio molto fruttuoso e fortunato, e tutti e tre divennero i
protagonisti del boom cinematografico inglese del dopoguerra grazie al “ciclo
di Mayfair”, una serie di film piacevoli e glamour, di ambientazione londinese
e senza molte pretese ma ben confezionati che guadagnò una montagna di soldi. Dopo
il primo film della serie I Live in
Grosvenor Square (1945), in cui la Neagle aveva recitato accanto a Rex
Harrison, in Incontro a Piccadilly (Piccadilly
Incident) (1946) Michael Wilding divenne il protagonista, e l'attore
elegante e misurato si rivelò perfetto nella sua parte da commedia e perfetto risultò
l'affiatamento con la protagonista (il film, che fu tra i maggiori successi
britannici del 1947, raccontava la trama già vista di una moglie presunta morta
che si ripresenta al marito che ha sposato nel frattempo un'altra donna). Anna
Neagle e Michael Wilding recitarono nuovamente insieme in Le vie del destino (The Courtneys of Curzon Street) (1947), un appassionante
dramma ambientato in epoca vittoriana. Questi tre film «costituivano, insieme,
una specie di saga domestica sui casi di una burrascosa famiglia che tre guerre
non riescono a domare» (vedere Anna
Neagle e Herbert Wilcox, Il Cinema – Grande storia illustrata, Ist.
Geografico De Agostini, Novara 1981).
Seguì L'impareggiabile Richard (Spring in Park Lane) (1948), una fantastica
commedia rosa in cui Wilding, un nobile spiantato, si fa assumere come
cameriere presso una ricca famiglia, innamorandosi della nipote del padrone di
casa (nel film è rimasta indimenticabile una lunga sequenza onirica scandita
dalla canzone The Moment I Saw You): «Wilding
riuscì a imprimere un certo ritmo a quelli che, senza di lui, sarebbero stati
dei film noiosissimi, e nel 1948, con Impareggiabile Richard contribuì al maggior
successo della coppia Neagle–Wilcox (e
a quello che fu senz'altro il loro film migliore). “Un soggetto
brillante, pieno di vivacità e di brio”, commentò allora il Monthly Film Bulletin ed era un giudizio
azzeccato. La commedia brillante non è mai stata la specialità del cinema
inglese ma questo è senza dubbio l'esempio più riuscito del genere.» (vedere Anna Neagle e Herbert Wilcox, Il Cinema
– Grande storia illustrata, Ist. Geografico De Agostini, Novara 1981).
La coppia Neagle–Wilding, adorata dal pubblico
cinematografico britannico e osannata dalla critica, fu insieme per la quarta
volta nella commedia sentimentale Il
paradiso della donne (Maytime in Mayfair) (1949), nella quale Wilding era il
gentiluomo Michael Gore-Brown che riceveva in eredità un atelier mentre la
Neagle interpretava l'affascinante bionda direttrice della casa di mode (ed era
naturalmente amore a prima vista!). Con Wilcox, Wilding recitò ancora in Into the Blue (1950) – ne fu anche produttore –, The Lady with the Lamp (1951) – biografia di Florence Nightingale –, Derby Day e Ritorna il terzo uomo (Trent's Last Case)
(1952).
In seguito Michael Wilding continuò a lavorare nel Regno
Unito ma partecipò anche a molte importanti produzioni di Hollywood. Tra i suoi
film più celebri, ricordiamo: Eroi del
mare (In Which We Serve) (1942) di David Lean; Missione segreta (Secret Mission) (1942), Dear Octopus (1943) ed English
Without Tears (1944) di Harold French; Un
marito ideale (An Ideal Husband) (1948) di Sir Alexander Korda; Il peccato di Lady Considine (Under Capricorn) (1949) e Paura in palcoscenico (Stage Fright)
(1950) di Alfred Hitchcock; La maschera
e il cuore (The Torch Song) (1953) e La
scarpetta di vetro (The Glass Slipper) (1955) di Charles Walters; Sinuhe l'egiziano (The Egyptian) (1954)
di Michael Curtiz; Duello di spie (The
Scarlet Coat) (1955) e Una ragazza
chiamata Tamiko (A Girl Named Tamiko) (1962) di John Sturges; Il mondo di Suzie Wong (The World of Suzie
Wong) (1960) di Richard Quine; I due
nemici (The Best of Enemies) (1961) di Guy Hamilton; e Rose rosse per il Führer (1968) di Fernando Di Leo, ove
interpretava un generale inglese.
Michael Wilding non disdegnò la TV, ove ebbe anche ruoli da
protagonista partecipando a episodi delle serie The 20th Century-Fox Hour (1955-1956), Climax! (1958), Playhouse 90 (1958-1959), Saints and Sinners (1962), Burke's Law e The Alfred Hitchcock Hour (1963), e Mannix (1968).
Negli anni sessanta Michael Wilding fu costretto a limitare
le sue apparizioni cinematografiche per problemi di salute. E quelli furono
anche gli anni del declino della coppia Neagle–Wilcox, che aveva saputo indovinare i gusti degli spettatori
del grande schermo e accattivarsi il favore della critica, e che «aveva sempre
lavorato per un pubblico popolare, di massa, ma negli Anni Cinquanta quel
pubblico passò rapidamente alla televisione». Wilcox fece bancarotta, la moglie
ritornò al teatro e non fece più film, Wilding era già quasi tagliato fuori dal
cinema.
Wilding morì a Chichester il 9 luglio del 1979 in ospedale
per un fatale trauma cranico provocato da una caduta per le scale di casa,
avvenuta a causa di una crisi convulsiva (aveva soltanto 66 anni).
Wilding è stato sposato quattro volte: con Kay Young (1937-1951),
con Elizabeth Taylor (1952-1957) – ebbero
due figli Michael Jr, anch'egli attore, e Christopher – , con Susan Neill (1958-1962) e con Margaret Leighton (1964-1976).
– http://www.hitchcockwiki.com/wiki/The_Times_(16/Nov/1979)
– si legge: «La sua fama è
basata principalmente su una serie di commedie romantiche — The Courtneys of
Curzon Street, Spring in Park Lane e Maytime in Mayfair — che, ambientate in un
mondo artificiale abitato da conti e duchi, consentiva una fuga perfetta del
pubblico cinematografico inglese dalle privazioni del razionamento e
dell'austerity. Successi enormi al box office, questi film accoppiavano Wilding,
scelto solitamente come l'elegante aristocratico, con Anna Neagle, diretti dal
marito di lei Herbert Wilcox. Nel 1949 Wilding fu votato come la “top British
star” e rimase tra i primi dieci attori più importanti ciascun anno, dal 1947 al
1950.». L'estensore dell'articolo riporta come lo stesso attore si dimostrasse sorpreso
di essere arrivato così in alto, nonostante il suo talento limitato, e come paragonasse
il suo successo all'adulazione più tardi riservata ai cantanti pop. In effetti,
egli irradiava un certo “romantic charm” che, per un certo periodo almeno, milioni
di spettatori trovarono irresistibile. Continua l'articolo: «Nel 1952 egli
diede ai suoi numerosi fan la possibilità di condividere “a real–life romance”, quando all'età di 40 anni
sposò la ventenne Elizabeth Taylor.». Michael ebbe con Liz due figli ma sia il
matrimonio sia la sua carriera naufragarono.
Dopo il divorzio, avvenuto nel
1957, tentò infelicemente di ricostruire la sua carriera a Hollywood e cercò di
continuarla in Inghilterra, girando una successione di film insignificanti, sino
a che nel 1963 annunciò di voler smettere di fare l'attore per divenire un
agente. Lo fece per tre anni, ma poi gradatamente ritornò al cinema. Con
l'ultima moglie, Margaret Leighton, morta nel gennaio del 1976, nota attrice,
nel 1972 Michael fece la sua ultima brevissima apparizione cinematografica (era
Lord Holland) nel film inglese storico Peccato
d'amore (Lady Caroline Lamb) di Robert Bolt – lo sceneggiatore di David Lean – con Sarah Miles, Jon Finch, Richrd Chamberlain, John
Mills e Laurence Olivier (nella parte del generale Wellington), storia di
Caroline Ponsonby, moglie di un brillante uomo politico che diviene apertamente
l'amante del giovane e scapestrato poeta Byron, subendo gravissime umiliazioni
dall'ipocrita Inghilterra dell'800 (il film è stato trasmesso il 19 luglio da
RaiMovie e ho rivisto con piacere questo dramma a cavallo tra la politica e il
privato).
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