domenica 14 ottobre 2012

Amore tra professore e alunna


Charlotte Brontë                                      Emily Dickinson


Di recente, abbiamo letto di un professore di matematica inglese (trentenne e sposato), Jeremy, fuggito con la sua alunna adolescente di 15 anni, Megan, fuga che aveva i giorni contati perché era stato spiccato un mandato d'arresto europeo contro di lui con l'accusa di rapimento di minore (l'incauto professore era destinato a finire in manette). Diverse polizie, quella francese e spagnola, erano sulle tracce della coppia ed esistevano fondati timori sulla sanità mentale di Jeremy, avanzati dallo stesso padre del professore. I due innamorati sono stati poi ritrovati a Bordeaux e il professore è stato preso in custodia dalla polizia

Questa particolare storia d'amore mi ha fatto pensare a quante passioni (più sognate, per fortuna, che realizzate) sono nate – e nascono – sui banchi di scuola o di università, da parte di fanciulle sentimentali, per i loro professori, spesso uomini stagionati e non particolarmente attraenti, mariti fedeli nonché padri responsabili. Credo che si tratti di un amore femminile nutrito di grande romanticismo, perché raramente passioni simili nascono da parte di giovani uomini per le loro attempate insegnanti.

Ricordo due esempi in letteratura di questa forma particolare d'amore. Il primo è costituito dall'infelice passione non corrisposta della grande scrittrice inglese Charlotte Brontë (1816-1855), scoppiata per il professor Héger nel 1842 a Bruxelles, ove la scrittrice si era recata insieme alla sorella Emily per studiare lingue presso la sua scuola. I suoi sentimenti furono espressi con tale veemenza da suscitare la gelosia e l'avversione della moglie e l'imbarazzo del professore (uomo serio e anziano), così da costringerla ad abbandonare la scuola nel 1844. Al professor Héger Charlotte dedicò il suo primo romanzo Il professore (The Professor), che non riuscì a trovare un editore, e Jane Eyre (1847), nel quale esaltava il tema della seduzione e del tormento creato da un amore impossibile e inaccettabile da un punto di vista etico e sociale, che doveva essere necessariamente represso, ma al quale non si poteva che rimanere fedeli.

Il secondo esempio ci viene fornito dalla poetessa americana Emily Dickinson (1830-1886), vera e propria icona dell'amore infelice e disatteso, la quale nel 1846 – aveva appena 16 anni – s'innamorò di Leonard Humphrey, il giovane e colto preside dell'“Amherst Academy” (frequentata per ben sei anni dall'adolescente Emily), morto prematuramente nel 1850. Emily ha sempre citato il grande talento di lui e l'impronta che la sua cultura e il suo spirito avevano lasciato nel suo animo, chiamandolo con l'appellativo di «Maestro». In una sua lettera scriveva: «Sono sempre innamorata dei miei insegnanti».

In effetti, è molto difficile non cedere all'irresistibile seduzione esercitata da quegli insegnanti carismatici, veri maestri di vita, che oltre al sapere riescono a comunicare una diversa e ben più grande o magica conoscenza (al fascino dell'uomo di cultura si unisce l'appeal della trasmissione del sapere). Confesso che anch'io fatalmente nella vita ho dovuto soggiacere a questo incanto, avendo sposato quello che ho sempre considerato il mio Maestro di scienza e il caro Compagno di vita (un docente nella facoltà di Medicina e Chirurgia da me frequentata, cui dedico questo articolo nel giorno del suo compleanno).

Diceva Blaise Pascal (Pascal, Pensieri, a cura di Diego Fusaro) che il cuore ha delle sue motivazioni che la ragione non conosce: «Il cuore ha il suo ordine, la ragione il suo, che consiste nei principi e nelle dimostrazioni. Quello del cuore è diverso. Non c'è prova del fatto che dobbiamo essere amati mediante un elenco delle cause dell'amore. Sarebbe ridicolo.». Questo è soprattutto vero per il cuore femminile.

Ciò che più appassiona la donna è proprio il tema dell'“amore impossibile” che domina in molti autori della letteratura. Giovanni Verga ha spesso rappresentato questo connubio. Nella novella dal titolo X, scriveva mirabilmente: «[…] quella fatale tendenza verso l'ignoto che c'è nel cuore umano […] è uno dei principali caratteri dell'amore, direi la principale attrattiva […] Cotesto amore dunque che ha ispirato tanti capolavori, e che riempie per metà gli ergastoli e gli ospedali». Nel suo Invito alla lettura di Verga (Mursia, Milano 1990), a proposito di Verga e dell'amore impossibile e tragico (quello de La Lupa, per intenderci), Sarah Zappulla Muscarà scrive: «Ancora l'amore è al centro di molte di queste novelle, ma esso non è più una passione languidamente sentimentale e romantica ma una passione divoratrice, irresistibile che fatalmente precipita nella tragedia, e della tragedia greca molte di esse hanno la classica misura.». Oscar Wilde osservava: «Ognuno di noi ha in sé il cielo e l'inferno… in taluni momenti l'uomo e la donna perdono la libertà del volere, muovono come automi verso la loro conclusione fatale».

Il sociologo e scrittore Francesco Alberoni (1929-) nel suo bestseller Innamoramento e amore (Garzanti, Milano 1979) – frutto di un'approfondita ricerca durata 15 anni passa in rassegna quella che chiama «Nascita e sviluppo di una dirompente, lacerante, creativa forza rivoluzionaria» e porta avanti una «teoria completa» sull'innamoramento come «figura riconosciuta di movimento», come qualcosa che ha la natura profonda dei movimenti: l'innamoramento è per Alberoni «un grande processo con cui nella storia emergono nuove entità, nuove identità sociali». In base a questa ardita teoria, l'innamoramento è un movimento profondo, «uno stato nascente» che fa incontrare gli individui realizzando una nuova nascita, che fa separare quel che era unito e che fa unire quel che era separato («Cambia di posto, trascina altrove, fa morire e rinascere»), che rivoluziona l'assetto strutturale quotidiano e «come ogni trasformazione radicale, può comparire solo qualche volta o addirittura mai». Alberoni così scrive: «Le nostre due prospettive guardano la stessa realtà, la stessa verità che ci è in gran parte sconosciuta, ma che però sta davanti a noi, inafferrabile, conoscibile. (...) L'innamoramento è un cercare il senso del proprio destino... combattere fianco fianco per un progetto comune»; e la forza della coppia sorge dal loro amore, dal loro stare insieme contro tutto e tutti, dal fare nuove esperienze insieme, dal realizzare autenticamente nuove alternative di esistenza, dal ricostruire un nuovo assetto quotidiano, dalla continua ricostruzione del mondo e del passato. Ed è anche possibile che si resti innamorati per anni o anche per tutta la vita, che l'amore conservi «la freschezza dell'innamoramento», purché l'amore sia uno struggimento persistente e continui a vivere sul piano dello straordinario o a costruire sulla dimensione dell'immaginario: « è un continuo rivedere, riscoprire, rinnovare, rinnovarsi cercando le sfide e le occasioni. Allora si ha un reinnamorarsi della stessa persona.». A differenza di quel che dice Eric Fromm che tenta di offrire una ricetta per essere felici e per sviluppare l'«arte di amare», Alberoni non crede che dall'analisi dell'innamoramento sia possibile derivare il suggerimento per qualche «regola pratica... un'arte del restare innamorati»; è anzi convinto che le regole possano diventare strumenti di autoinganno e di falsificazione.

Con rustica semplicità, un bel proverbio siciliano ammonisce sulle inevitabili delusioni insite nell'amore romantico: «L'amuri è come u citrolu, comincia duci e finisci amaru (l'amore è come il cetriolo, comincia dolce e finisce amaro)». Questo è stato ciò che avvenuto per l'innamoramento di Jeremy e Megan in fuga.

Vorrei ricordare un bel film del 2008, Lezioni d'amore (Elegy), della regista catalana Isabel Coixet trapiantata a Hollywood – in concorso al 58° Festival di Berlino – con Penelope Cruz, Ben Kingsley, Dennis Hopper, Patricia Clarkson e Peter Sarsgaard (dal racconto breve di Philip Roth L'animale morente, sceneggiato da Nicholas Meyer), storia dell'amore di un anziano e cinico professore universitario, David  Kepesh, più interessato al sesso che all'amore – arriva a dire: «Chi è che trova incantevole una persona al di là del sesso? Nessuno.» – (interpretato da un Ben Kingsley ricco di fascino maturo), per la sua giovane allieva Consuela Castillo (una Penelope Cruz affascinante e convincente). David oltre che insegnante universitario, è anche critico teatrale e conduttore di un programma radiofonico dedicato alla letteratura, già sposato e con un figlio che non gli perdona di aver lasciato lui e la madre. Ha spesso relazioni con le sue studentesse ma riesce sempre a mantenersi lucido e indipendente. Quando conosce Consuela, tutto cambia e David è così coinvolto da diventare geloso ma il rapporto s'interrompe improvvisamente. Soltanto più tardi i due scopriranno di esser fatti l'una per l'altro: la vigilia di Capodanno di due anni dopo, infatti, Consuela telefona a David per incontrarlo: presto deve operarsi per un tumore al seno, e David – finalmente consapevole della profondità del suo sentimento – rimarrà in ospedale accanto alla ragazza, condividendone ansie e difficoltà.

In un primitivo progetto del 2005, la storia doveva essere diretta – per incarico della Lakeshore Entertainement – da Gabriele Muccino, con Al Pacino e Rosario Dawson, ma tutto fallì poco prima delle riprese nel 2006.

Scrive Luciana Morelli (http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=55361): «David non è affatto simpatico, anzi. È un arzillo ultracinquantenne con una cattedra universitaria e il vizietto delle avventure facili. Cresciuto nella libertà sessuale dei campus americani degli anni '60, da più di trent'anni sfrutta appieno le opportunità offertegli dalla sua posizione sociale e non intrattiene nessuna relazione stabile con l'altro sesso. Sono tante le belle ragazze che frequentano il suo corso di critica letteraria, ma un giorno entra in aula Consuela Castillo, una splendida studentessa cubana poco più che ventenne, e tutto nella sua vita cambia radicalmente. Capelli scuri, sguardo conturbante e corpo che sfiora la perfezione, Consuela attira le sue attenzioni come un'opera d'arte e la voglia di possederla diviene per David quasi un'ossessione.». La ragazza ricambia il turbamento e scoppia una passione irrefrenabile e profonda: «Il cinico professore si troverà, per la prima volta nella vita, faccia a faccia con ansie, gelosie e insicurezze, emozioni che, insieme al destino, non gli permetteranno di vivere con serenità la prima vera storia d'amore della sua vita… […] Nel racconto di Philip Roth i protagonisti sono un uomo e una donna con oltre trent'anni di differenza d'età che si amano ma che comprendono di voler stare insieme per sempre solo quando è troppo tardi. Ossessionata dal romanzo, la Coixet prende troppo alla lettera la riflessione suggeritale durante la lavorazione del film da Roth (che non ha mai voluto leggere lo script), sul fatto che “il corpo ha più memoria della mente”, e confeziona sì un intenso dramma sentimentale incentrato sulla fisicità e sull'attrazione tra i due protagonisti, ma allo stesso tempo altera senza cognizione di causa l'essenza dei due personaggi principali creati dallo scrittore, limitandosi, forse per timore reverenziale, ad abbozzare appena la loro personalità senza permettere allo spettatore e a se stessa di farli propri.».

6 commenti:

  1. è un bellissimo blog. per me l età nn conta se ci si ama davvero. infondo nn c'è nnt di male ad amare un professore o un ragazzo più grande di noi l' importante è amarsi davvero. molti dicono che che nn capiamo nnt k è una vera e propria sciocchezza innamorarsi del prof dicono che non capiamo nnt ma nex può capire davvero cosa succede dentro di noi. amarlo significa k ti manca il respiro al sl pensiero di nn vederlo x un gg amarlo è qnd ti viene da piangere qnd lui nn è con te a parlarti sentire sl la sua voce guardarlo negli occhi ti fa stare bn nuoti nell oceano sapendo di nn poter affogare neanche se volessi. amarlo è volere il suo sguardo smp al tuo fianco per me l' amore è comprensione, sincerità, rispetto. innamorarsi nn è sbagliato, l' amore viene quando meno te lo aspetti quando ti vedi crollare il mondo addosso e poi davanti a te vedi una lucina k si illumina e vedi il mondo con occhi diversi. lo vedi pieno capisci k nn tti i mali vengono per nuocere e comprendi anke quello k nn hai mai capito in vita tua. la felicità, a pensarci bn la felicità è un soffio di vento nei capelli ma nn dobbiamo mollare mai anke se tto il mondo è contro di noi dobbiamo correre per arrivare in quel prato pieno di vento per sempre. AMATE XK L' AMORE è IL COMPLETAMENTO DELLA VITA.

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    1. sono completamente d'accordo con te... verrà il giorno in cui anche gli altri capiranno che l'amore non ha età, che non serve fare scandali, come quello che ha coinvolto il prof veneziano che è stato licenziato per avere una relazione con una sua alunna. Il prof e la ragazza si amavano davvero... ma lui non è riuscito a reggere dopo il licenziamento e l'hanno trovato appeso per il collo... si era suicidato. Io mi chiedo... è possibile essere arrivati a questo punto? la gente deve continuare a morire per fare capire al mondo che l'amore è la cosa più importante e non c'è modo di controllarlo? QUESTA è una cosa scandalosa, non l'amore tra un prof e la sua studentessa. Ti consiglio di leggere il libro love lessons... mi ha fatto piangere...sono contenta che esista qualcuno che la pensa come me. grazie.

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    2. Anche io la penso come voi.sono innamorata del mio professore da tantissimi anni e anche se non abbiamo una relazione(anzi...lui non sa niente)soltanto il fatto di pensarlo mi riempie le giornate.è una persona fantastica,mi ha cambiato la vita.

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  2. Amo e ho da sei anni una relazione con il mio professore, 42 anni più di me. Per lui ho rinunciato a tutto: famiglia, amici, carriera e futuro. Lui resta con sua moglie. Non tornerei indietro ma non lo augurerei a nessuno: l'amore si confonde con la venerazione e questa combinazione raramente può avere un buon fine, di solito, e in base alla mia esperienza, si traduce in distruzione.

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  3. Ragazze, donne, cercate di farvi forza e spiccare il volo. Un uomo che dice di amarvi e poi rimane con sua moglie non vi ama ma gli fate comodo. Vi desidera ma non vi ama. Parlo per esperienza vissuta e ce ne e' voluto di tempo per me per capire. Ho dato mille attenuanti ma non ce ne erano. Se non realizzate i vostri sogni per questi uomini, un giorno, temo, ve ne pentirete. I sensi di colpa vi consumeranno dentro due volte. I sensi di colpa succhiano le energie. Lo so, l'ho provato sulla mia pelle. Troverete l'uomo della vostra vita, quello che vi rispetta, quello che per voi c'e' sempre. Il vostro compagno, amante ed amico, e non un amante che vi vuol vedere quando fa comodo a lui. Spero che la mia esperienza che a suo tempo fu piena di sofferenza possa aiutarvi. Vi auguro ogni bene. Fatevi forza e riprendete in mano la vostra vita. Amate voi stesse prima di tutto.

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