Diana Torrieri
Avrebbe compiuto 100
anni in questi giorni l'attrice Diana Torrieri (il suo vero nome era Angela),
nata a Canosa di Puglia (Bari) il 13 agosto 1913 (alcune biografie riportano,
però, il 9 agosto come data della sua nascita).
Io ho avuto il piacere di conoscerla, e di mai dimenticarla,
grazie alla televisione degli ultimi anni Cinquanta e primi anni Sessanta,
quando la TV sembrava privilegiare il grande teatro italiano. Ero bambina e la
ricordo in un film di Daniele D'Anza Ma
non è una cosa seria (tratto dal testo di Pirandello nel 1957) con Gianni
Santuccio (era il playboy Memmo Speranza) mentre la Torrieri interpretava
Gasparina, proprietaria di pensione, donna umile e sottomessa, insignificante e
apparentemente senza attrattive muliebri, che Memmo sposa legalmente ma per
finta (per proteggersi dal pericolo di un vero matrimonio) ma che diviene tanto
interessante e desiderabile da costringere Memmo Speranza a modificare quel “matrimonio
per scherzo” in una unione seria.
Considerata una delle grandi interpreti del teatro italiano
del Novecento, Diana Torrieri iniziò a calcare il palcoscenico nei primi anni
Trenta con la Compagnia di Paola Borboni e Luigi Cimara (andarono anche negli
USA per una lunga tournée).
Si distinse poi nella compagnia di Anton Giulio Bragaglia che
ne fece la prima–attrice del
Teatro delle Arti di Roma, del quale sarà direttore dal 1937 fino al 1943 (con
Bragaglia interpretò, fra l'altro, la parte di Lavinia ne Il lutto si addice ad Elettra di Eugene O'Neill e fu la
protagonista de La nuova colonia di
Pirandello). Ebbe esperienze anche nelle compagnie di Wanda Capodaglio, Salvo
Randone, Tino Carraro, Ivo Garrani, Vittorio Gassman, Elena Zareschi e Memo
Benassi (con cui interpretò Spettri
di Ibsen, Amleto di Shakespeare e Non si sa come di Pirandello). Nel 1943
entrò nella compagnia dell'Eti recitando ne Il piccolo Eyolf di Ibsen ed in Zio Vanja di Cechov.
Lavorò anche con la Compagnia del Quirino di Roma diretto da
Sergio Tofano, e a Milano con Giorgio Strehler.
Durante la guerra, nel 1943, nelle file del Partito d'Azione
svolse attività partigiana; nel medaglione dedicato a Diana Torrieri
dall'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia è scritto: «La Torrieri era,
comunque, impegnata in prima persona nella Resistenza. Militante del Partito
d'Azione, nel 1943 entrò come staffetta in una formazione di “Giustizia e
Libertà” e, nei giorni della Liberazione, fu ferita di striscio, mentre si
trovava vicina al “Piccolo” di Milano, teatro di cui fu anche capocomico.» (http://www.anpi.it/donne-e-uomini/diana-torrieri/)
Nel 1949 l'attrice tentò il suicidio ma riprese ben presto la
sua attività teatrale dedicandosi sia a opere classiche sia a testi moderni e
rimanendo attiva sulla scena sino alla fine degli anni Sessanta (con qualche
partecipazione anche sino agli anni Ottanta). Nel 1952 si dedicò all'organizzazione
del Teatro Stabile di Venezia. Tra le presenze teatrali più significative degli
anni Cinquanta, vorrei ricordare La
vedova scaltra di Carlo Goldoni (1951) con Vittorio Gassman, Mario
Feliciani, Mario Scaccia, Raoul Grassilli, Elena Zareschi, Mario Ferrari e
Ferruccio Stagni, per la regia di Luigi Squarzina, al Teatro Valle di Roma, e Un uomo da nulla di Luigi Candoni
(1953), con Enrico Maria Salerno, Pina Cei, Ivo Garrani e Ottorino Guerrini,
che facevano parte della Compagnia del Teatro Stabile di Venezia di Diana
Torrieri, per la regia di Gianfrando De Bosio, presentata al Teatro la Fenice
di Venezia.
Aveva intanto conosciuto Giuseppe Ungaretti e nella stagione
1956-7 interpretò Fedra di Racine
nella traduzione del grande poeta. Fra le sue ultime grandi interpretazioni, sono
degne di nota La pietà di novembre
di Carlo Brusati (1967) con Giorgio Albertazzi, e Più grandiose dimore di O'Neill (1969), rappresentata al Teatro San
Babila di Milano per la regia di Vittorio Cottafavi.
Diana Torrieri si dedicò anche alla prosa radiofonica,
amatissima dal pubblico del tempo. Da ricordare: Le tre sorelle di Anton Čechov (1942) con Carlo D'angelo per la
regia di Enzo Ferrieri, e L'albergo dei
poveri di Maxim Gorkij (1946) con Ruggero Ruggeri per la regia dello stesso
Enzo Ferrieri. Nel 1957 si rivelò al suo pubblico radiofonico con Un'attrice allo specchio, confidenze
poetiche di Diana Torrieri.
La prosa televisiva RAI svelò il suo viso e le sue
interpretazioni, facendola conoscere al grande pubblico. Sono da ricordare: Gli spettri di Henrik Ibsen (1954) con
Tino Buazzelli, Giorgio Albertazzi, Romolo Valli e Edda Albertini, per la regia
di Mario Ferrero; Il piacere di
lasciarsi di Jules Renard (1956) con Tino Bianchi, per la regia di Vito
Molinari; Ventiquattr'ore felici di
Cesare Meano (1956) con Emma Gramatica, Pina Cei, Luigi Vannucchi, Ivo Garrani
e Sandro Tuminelli, per la regia di Claudio Fino; Il litigio di Charles Vildrac (1957) con Armando Francioli, Neda Naldi, Ernesto Calindri, Salvo Randone
e Mercedes Brignone, per la regia dello stesso Claudio Fino; Il tunnel (1958), tratto dal dramma in
un atto di Mabel Costanduros e Haward Hagg, con Ferruccio Solieri, Nicola
Arigliano, Monica Vitti e Franco Volpi, per la regia di Giacomo Vaccari; Tana di ladri (1961) con Carlo
Dapporto, Elsa Merlini, Michele Malaspina, Carlo Ninchi e Luigi Cimara, per la regia
di Eros Macchi; Marea di settembre di
Daphne duMaurier (1963) con Laura Efrikian, Enzo Tarascio e Gabriele Antonini, per
la regia di Alessandro Brissoni; Processo
a Gesù di Diego Fabbri (1963) con Mariolina Bovo, Mario Feliciani e Nando
Gazzolo, per la regia di Sandro Bolchi; Piccole
volpi di Lillian Hellman (1965) con Laura Efrikian, Mario Feliciani, Lyda
Ferro, Giancarlo Sbragia e Roldano Lupi, per la regia di Vittorio Cottafavi; e
infine La donna di fiori (1965),
miniserie televisiva con Ubaldo Lai nel ruolo del tenente Sheridan, per la regia
di Anton Giulio Majano. Nel 1965-1966 fu Emma Micawber nello sceneggiato
televisivo David Copperfield; nel 1969
comparve nel film TV Dal tuo al mio
e nel 1979 ne La promessa
(interpretava la signora Schrott); nel 1980 partecipò, infine, alla miniserie
TV Bambole: scene di un delitto perfetto.
Il cinema non predilesse granché Diana Torrieri; con lei negli
anni Quaranta si ricordano quattro film: Il
barone di Corbò (1939) – era
la madre di Lulù – per
la regia di Gennaro Righelli con Enrico Glori, Vanna Vanni, Laura Nucci,
Wandina Guillaume e Nino Marchetti; Don
Pasquale (1940) – era
Zelinda, la damigella di Norina – per
la regia di Camillo Mastrocinque con Laura Solari, Armando Falconi, Greta Gonda
e Fausto Guerzoni; La primadonna
(1943) – era Fanny Agrate – per la regia di Ivo Perilli con
Maria Mercader, Annelise Uhlig, Renato Bossi, Romano Calò e Carlo Lombardi; e Incontro con Laura (1945) per la regia
di Carlo Alberto Felice e prodotto da Filmservice, con Ernesto Calindri e
l'allora ventiduenne Vittorio Gassman (pellicola purtroppo andata perduta). A
proposito di questo film, è riportato così nel medaglione dedicato a Diana
Torrieri dall'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia: «La pellicola aveva,
per così dire, un risvolto resistenziale: era stata finanziata dall'industriale
Gino Bonazzi, proprietario di quattordici filande. Improvvisandosi produttore
cinematografico, Bonazzi riuscì ad impedire che i suoi operai (utilizzati nel
film come comparse), venissero deportati dai tedeschi.»
(http://www.anpi.it/donne-e-uomini/diana-torrieri/).
Ha raccontato Diana Bonazzi, produttrice di Filmservice e figlia di Gino Bonazzi:
«Nel film, Calindri recitava la parte di un orologiaio, il giovane Gassman era
l'amico di sua moglie, interpretata dalla Torrieri.». Un critico del dopoguerra
lo definì un film «girato clandestinamente con attori per lo più nuovi allo
schermo».
Con il figlio Sergio Velitti, Diana Torrieri girò più tardi il
film commedia La duchessa d'Urbino
(1957) (diretto insieme a Ruggero Jacobbi) con Paola Mannoni ed Ernesto
Calindri; il film storico Il silenzio
del mare (1968) con Giancarlo Sbragia, Renzo Ricci e Claudia Giannotti; e
il film drammatico La Malquerida
(1969) con Lino Troisi e Marcello Tusco. [Sergio Velitti è anche noto per avere
presentato nel 1961 “Storia di Pablo” –
liberamente tratto dal romanzo Il
compagno di Cesare Pavese –
al Piccolo teatro di Milano, per la regia di Virginio Puecher, con Angelo
Corti, Ottavio Fanfani, Gabriella Giacobbe, Franco Interlenghi, Vittorio
Sanipoli, Franco Sportelli ed Enzo Tarascio]
Nel 1968 l'attrice fu inviata di Radio2 per fare un
reportage in Brasile: durante il viaggio, sulla nave Augustus, intervistò e
registrò dal vivo le parole di due geni della musica brasiliana, Vinicius De
Moraes e Dorival Caymmi.
Dal 1991 fu sostenuta dal vitalizio previsto dalla Legge
Bacchelli per gli artisti e visse senza venir mai meno al suo impegno
democratico. Scomparve a Roma il 26 marzo del 2007 (aveva 93 anni).
è stato così
commentato: «Attrice di prosa di notevole
reputazione, graziosa, fine, caratterizzata da un sorriso dolce e ambiguo a un
tempo, fu tra le prime mattatrici del palcoscenico a essere impiegate in TV fin
dal periodo sperimentale. Interprete di ruoli di fine e romantica signora come
ne “I Cari Inganni”,“Marea di Settembre”,“Il litigio”, diede comunque ottima prova anche in ruoli fortemente
drammatici come quello della madre nel dramma “Gli
spettri” di Ibsen e soprattutto in “”Piccole volpi“” a cui
prese parte in entrambe le edizioni TV con una magnifica interpretazione del
malefico personaggio di Regina Giddens.»
(http://www.mymovies.it/biografia/default.asp?a=6255).
Carlotta Degl'Innocenti nel suo necrologio pubblicato sulla
Stampa mercoledì 28 marzo 2007, dal titolo “Diana Torrieri. Grandi interpreti
del Novecento. Scompare una Stella”, riporta come si sia detto dell'attrice: «Interprete
originale, incisiva nel registro comico e appassionata in quello drammatico,
dotata di forte energia comunicativa. […] Nel 1949-50, la Torrieri risale sul
palcoscenico accanto a Tino Carraro, lavorando per Giorgio Strehler, uno dei
fondatori della moderna regia in Italia. Interpreta opere teatrali
d’avanguardia e testi classici: “La macchina infernale” di Cocteau, “Sei
personaggi in cerca d'autore” di Luigi Pirandello, “Albertina” di Valentino
Silvio Bompiani e “L'annuncio a Maria” di Paul Claudel. […] Continua a recitare
in numerose opere affiancando attori e registi di grosso calibro come
nell'“Oreste” di Alfieri, accanto a Gassman e la Zareschi nel 1955, in tournée
in America del Sud con Sergio Tofano in “Vestire gli ignudi” e “Pensaci,
Giacomino!” di Luigi Pirandello […] Nel 1955-56 è inoltre interprete e regista
di “Un tram che si chiama desiderio” di Tennessee Williams. […] Sul viale del
tramonto, recitato dietro le telecamere, Diana Torrieri, la “signora del
teatro”, cede al postmodernismo, condannata anche lei, come altri protagonisti
della grande stagione culturale italiana, a ricevere un vitalizio dal governo
italiano nel 1991.»
(http://www.fondazioneitaliani.it/index.php?option=com_content&task=view&id=794&Itemid=1)
Si è scritto ancora: «Le possibilità
espressive della Torrieri e i toni stessi della sua recitazione trovano però la
loro più felice espressione quando possono riversare nell'interpretazione di
una figura femminile quei singolari accenti di vigorosa amarezza e di
inquietante tensione che le sono congeniali.» [http://www.treccani.it/enciclopedia/diana-torrieri_(Enciclopedia-Italiana)/].
Noto un... buchino nella pur ampia biografia. Ero bambino, nel 1956, quando conobbi Diana Torrieri. Venne a Fiume, dove recitò in due commedie: La moglie ideale di Praga e La signora delle Camelie di Dumas figlio. Lo accenna (se non ricordo male, in due paginette centrali)nel libro autobiografico di cui purtroppo non ricordo il titolo. Mi venne regalato dal figlio, il Velitti (di cui, peraltro, ho perso le tracce).
RispondiEliminaHo delle immagini di scena, che feci pubblicare sui programmi del Dramma Italiano di Fiume (che ho diretto dal 1997 al 2004). In una foto è insieme a mio padre che all'epoca faceva l'attore. Aveva legato molto con mia madre, la suggeritrice della compagnia.
Mi ha fatto immenso piacere leggere questo ricordo di Diana, come la chiamavamo a casa, quasi fosse una di famiglia.
Buone cose,
suo
Sandro Damiani
Bellissimo articolo, veramente completo, mancano solo foto di scena e video. Non si trova nulla in giro sui giornali rivolti al popolino, per i soliti ovvi motivi che la tematica interessa solo a un mondo di gente ormai in via di estinzione.
RispondiEliminaal.
Bellissimo articolo, veramente completo, mancano solo foto di scena e video. Non si trova nulla in giro sui giornali rivolti al popolino, per i soliti ovvi motivi che la tematica interessa solo a un mondo di gente ormai in via di estinzione.
RispondiEliminaal.
ho trascorso la adolescenza e la prima giovinezza vedendo tutte le prose on TV bianco/nero e ricordo benissimo oil volto della Torrieri, specie in FREDA- Antonio Sagredo
RispondiEliminaP.S.... assai tardivo. Nel ricordare la "FEDRA" televisiva, è stato tralasciato il nome del giovane coprotagonista: Gian Maria Volontè.
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